di Massimo Zaurrini
Le relazioni tra l’Africa e la Russia sono state messe alla prova nel contesto attuale di crescenti tensioni e competizioni tra le grandi potenze. L’invasione della Russia in Ucraina ha sollevato interrogativi sulla posizione dell’Africa, che è stata interpretata da diversi attori come un indicatore del suo impegno, o della sua mancanza, nei confronti dell’ordine internazionale. Sono questi i temi che l’Istituto per gli studi sulla Sicurezza (Iss) sudafricano esamina in un agile rapporto di quaranta pagine dedicato alle relazioni tra Russia e Africa, nel quale sostiene che l’Africa necessita di una strategia coerente per gestire le sue relazioni con le potenze globali e perseguire una propria agenda di sviluppo e sicurezza umana.
Dopo un periodo di influenza ridotta in Africa durante gli anni ’90, Mosca ha fatto uno sforzo concertato per espandere la sua impronta politica ed economica nel continente a partire dalla metà degli anni 2000. Gli impegni economici della Russia con i Paesi africani riguardano principalmente le esportazioni di armi e la cooperazione militare, per lo più con gli stati del Nord Africa, così come l’esplorazione energetica, l’estrazione mineraria e il commercio. Ad eccezione delle esportazioni di armi, la maggior parte delle attività economiche dell’Africa con la Russia sono molto più piccole rispetto a quelle con altri partner internazionali.
Mosca ha cercato di approfondire i suoi legami politici con i Paesi africani facendo appello alla retorica di una visione del mondo anti-coloniale e anti-imperialista del continente, e posizionandosi come un partner alternativo all’Occidente. La Russia ha dato priorità al suo impegno politico verso l’Africa nel periodo successivo al 2014 come parte dei suoi sforzi per ridurre l’impatto delle sanzioni occidentali e l’isolamento crescente.
Ma se gli interessi russi sono chiari, qual è il posizionamento geopolitico dell’Africa?
Gli Stati africani sono, nel complesso, più strettamente allineati alla posizione dei partner occidentali in materia di pace e sicurezza internazionali.
Tuttavia la risposta divisa dell’Africa all’aggressione della Russia contro l’Ucraina ha palesato quelle preoccupazioni politiche, economiche e di sviluppo, sia ideologiche che pragmatiche, che la visione occidentale dell’ordine internazionale ha provocato in molti Paesi africani negli ultimi 20 anni.
“L’Africa – scrive l’Iss nel suo rapporto – diventerà un luogo di maggiore rivalità geopolitica nei prossimi anni, il che esacerberà le crisi e i conflitti del continente. Le fratture geopolitiche globali sono destinate ad approfondirsi, rendendo necessaria una strategia coerente da parte dei paesi africani per sfruttare il loro peso collettivo e la loro influenza sulla scena mondiale”.
Di conseguenza, i leader africani devono riconoscere come gli interessi collettivi di pace e sicurezza del continente siano influenzati dai conflitti causati dalle contese geopolitiche tra le principali potenze mondiali.
Il rapporto avanza poi una serie di “raccomandazioni” dedicate anche ai partner internazionali dell’Africa e in particolare a quelli occidentali.
“I principali partner internazionali dell’Africa dovrebbero riconoscere che l’Africa non condivide la loro visione dell’ordine internazionale, sia che si tratti di potenze occidentali o revisioniste. Piuttosto, dovrebbe essere prestata maggiore attenzione ai punti specifici di convergenza e divergenza per informare la loro politica strategica verso il continente”.
Le potenze occidentali, sottolinea con forza l’Iss, devono riconoscere che l’attuale ordine internazionale non ha fornito i dividendi economici o di sviluppo necessari affinché i Paesi africani possano migliorare la loro posizione marginale nel sistema internazionale. Gli stati africani sono naturalmente predisposti come attori revisionisti, spingendoli più vicini all’orbita politica di paesi come la Cina e la Russia.
Per invertire questa tendenza, si legge nel rapporto, “sono necessari compromessi più significativi da parte delle potenze occidentali per correggere la situazione che ha relegato l’Africa ad un posto marginale nel sistema internazionale, in particolare in termini di ristrutturazione del sistema di governance globale, che deve diventare molto più equo e rappresentativo”.