Nella Repubblica del Congo, è a buon punto l’operazione di disarmo degli ex combattenti nella regione del Pool. Le autorità dicono di aver già raccolto più di 1800 su circa 3.000 armi che si stima circolino ancora nella regione.
I guerriglieri, di etnia Laris e Bakongo, lamentavano l’esclusione dall’attività politica che si rifletteva, anche e soprattutto, nell’accesso al lavoro e alla produttività e, per la vocazione sociale della loro missione, si fanno chiamare «Ninja», dal nome delle spie combattenti giapponesi del medioevo che osservavano regole di massima segretezza. Per questi caratteri della loro missione i guerriglieri Ninja del sud congolese, ispirati dal clero protestante Frédéric Bintsamou (detto anche Pastore Ntumi) che li aveva già guidati durante la precedente guerra civile, si sono rafforzati e hanno potuto mettere a segno, a partire dal 2016, una serie di azioni terroristiche di rilievo, facendo saltare i ponti che collegano Brazzaville al porto di Pointe Noire e conducendo numerosi attacchi a convogli commerciali e militari. Il governo ha reagito con forza dando vita ad una repressione feroce e sanguinaria.
Il 23 dicembre tra governo e ex leader ribelle Frederic Bintsamou, noto come Pastore Ntumi, è stato siglato un accordo di pace. L’intesa aprirà anche la strada ai civili per il ritorno nella regione.