Vincerà l’amore proibito tra la figlia del re tradizionale, già promessa dal padre a un ricco notabile, e un povero giovane orfano del villaggio? Questa favola, non tanto lontana da una realtà ancora esistente nelle aree rurali dell’Africa centrale, è cantata dall’esordiente talentuoso autore e interprete camerunese Kamille Abongo in “Mam Iding” (le cose dell’amore), un brano uscito ufficialmente questo fine settimana. Con questo bitsuki – un genere musicale che deriva dallo stile del popolo ewondo, dei dintorni di Yaoundé – cantato in lingue eton e francese, Kamille Abongo ha vinto qualche mese fa il premio eccellenza Resiliart dell’Unesco, grazie al quale ha potuto produrre e lanciare ora Mam Iding sulle piattaforme virtuali.
“Il testo della canzone affronta i temi del matrimonio forzato e degli ostacoli dell’amore tra persone di classe sociali differenti. Alla fine però, l’amore ha il diritto di trionfare”, racconta alla rivista Africa Abongo, incontrato a Douala.
La sensibilità di Kamille va dritto al cuore, così come il suo timbro di voce che piace sia agli amanti della musica folkloristica africana che della musica pop occidentale. “La musica è sempre stata una mia alleata”, narra l’artista dal destino travagliato. Orfano di padre e di madre dall’età di due anni, unico figlio maschio con sette sorelle, da bambino Kamille ha subito discriminazioni perché si pensava fosse sieropositivo. “I miei sono deceduti a tre mesi d’intervallo, all’epoca in cui l’Aids era molto diffuso. Sono cresciuto con zii e zie ma è stata molto dura. Non avevo il diritto di avvicinare gli altri. Non avevo il diritto di essere un bambino, ho subito maltrattamenti e all’epoca non ne capivo il motivo”. All’età di 15 anni Kamille decide di emanciparsi da quelle catene che lo legano a una famiglia disunita, con il solo supporto della sua forza spirituale. Il desiderio di esprimersi lo spinge verso il canto e quella voglia di raccontare il suo vissuto in melodie.
Decide a un certo punto di intraprendere un percorso alla ricerca delle sue origini. “Ci sono voluti due anni per ritrovare il villaggio di mio padre, una località del centro, della tribù Manguissa Eton. È stato un percorso emotivo molto forte sia per me che per la gente del villaggio. Ho ritrovato anche le mie origini materne, in mezzo al popolo bassa”. Da qui, la voglia di studiare e divulgare le proprie radici. “Ho l’inchiostro, ho la musica, ho un messaggio, una storia da raccontare, mi sono detto”.
Autodidatta, come molti musicisti cantanti in Africa subsahariana, Kamille Abongo è stato anche confrontato a chi nel suo entourage, ha pensato che la musica fosse una perdita di tempo. Le serate nei locali da musica dal vivo gli hanno però consentito di potersi pagare studi di geografia economica e di diventare anche tecnico di allevamento e agricoltura. “Ho passato un anno a inviare curricula ma non ho trovato lavoro che corrispondesse ai miei studi”, confida. Da qui l’intento di lanciarsi più professionalmente nel mondo della canzone, anche se è ben consapevole che vivere della musica è molto difficile. Le doti canore di Kamille ne fanno un corista modello che lavora con grandi nomi della musica africana (tra cui Ben Decca, Manu Di Bango, Tidiane Seck, Charlotte Dipanda, Kareyce Fotso, Ndedi Eyango, Salatiel) che gli consentono di ampliare il proprio repertorio e di farsi conoscere accanto a una certa élite musicale.
Il concorso Resilart dell’Unesco ha consentito a Kamille di essere selezionato tra i dieci finalisti, e di vincere il primo posto, su 500 candidature di canzoni originali. Il traguardo gli ha consentito di ottenere un finanziamento per la produzione del suo progetto musicale e una formazione all’imprenditoria musicale, nonché una formazione sulla professionalizzazione dell’artista, con il sostegno della German sparkassenstiftung e un piccolo sostegni della banca La régionale. Più che un concorso, Resiliart si presenta come un movimento globale per dare la possibilità ad artisti, sia noti che emergenti, e professionisti dell’industria culturale di condividere il loro modo di resistere e reagire all’attuale crisi derivante dalla pandemia.
Il primo album di Kamille Abongo, One more step, è stato prodotto un anno fa e sarà rieditato e accompagnato dal movimento Resiliart di cui fa ormai parte, e disponibile prossimamente su Afrotunes. Anche il singolo Mam Iding è disponibile sulla piattaforma mentre su Youtube è disponibile una versione con testo.