Ribattezzato AfricaMuseum, il Museo reale dell’Africa Centrale a Tervuren nella periferia di Bruxelles, considerato il più grande museo del mondo consacrato al continente africano, riapre oggi al pubblico in un vecchio palazzo del re Leopoldo II circondato dal verde.
Ieri è stato inaugurato ufficialmente dopo cinque anni di lavoro destinati alla ristrutturazione della struttura e la riorganizzazione delle sale interne per modificarne l’approccio con la storia rispetto a come era stato pensato in epoca coloniale. Il museo era stato creato dal re come mezzo di propaganda per osannare i meriti della monarchia nella colonizzazione belga di Congo, Ruanda e Burundi.
All’interno tre chilometri di archivi, 120mila oggetti etnografici, maschere, sculture, 10 milioni di animali imbalsamanti tra cui un elefante. “Avevamo bisogno di una nuova pelle. All’interno c’era un’esposizione permanente che non cambiava da 50 anni. Lo chiamavano l’ultimo museo coloniale del mondo”, ha detto alla Rfi il direttore Guido Greyseels.
Nella nuova versione la storia coloniale viene finalmente raccontata in tutta la sua violenza grazie a foto e documenti di appoggio all’utente. Inoltre sono state aggiunte sezioni sull’africa centrale contemporanea che riguardano rituali, cerimonie, musica e le lingue dell’Africa centrale.
L’attuale monarca belga Filippo, ha deciso però di non presenziare alla cerimonia. Secondo indiscrezioni del Palazzo reale il re belga non vorrebbe “immischiarsi” nel dibattito in corso da qualche settimana in Europa riguardo la restituzione delle opere d’arte rubate durante la colonizzazione. Il tema è diventato centrale in Belgio da quando due settimane fa in Francia il Presidente Emmanuel Macron ha deciso di iniziare a restituire migliaia di oggetti presenti nei musei francesi che vennero presi senza permesso e che appartengono al patrimonio culturale di diversi paesi africani.
Come ricorda il the Guardian, l’inizio delle restituzioni della Francia, ha portato anche la Repubblica democratica del Congo (ex-colonia belga) ad annunciare che il prossimo anno anche Kinshasa presenterà richiesta ufficiale di restituzione di opere e documenti a Bruxelles. Il direttore dell’AfricaMuseum, Greyseels, non ha chiuso a questa ipotesi avanzata dall’attuale presidente congolese Joseph Kabila.
Molti e curatori d’arte avevano già pronosticato che la decisione di Parigi di qualche settimana fa avrebbe creato un precedente e aperto nuove discussioni diplomatiche tra molti paesi europei e africani. Basti pensare che circa 180mila opere africane sono in Belgio, 37mila in Austria e migliaia a Londra nel Regno Unito.
Quasi in contemporanea, giovedì, è stato inaugurato a Dakar in Senegal lo splendido Museo delle civiltà nere, dopo 7 anni di lavori.