Riempimento diga Julius Nyerere, “una cooperazione tra Paesi è possibile”

di claudia

La collaborazione tra Egitto e Tanzania nella costruzione della diga Julius Nyerere riflette l’impegno del Cairo per lo sviluppo dei Paesi del bacino del Nilo e dimostra che la cooperazione tra i Paesi del bacino del Nilo è possibile con la giusta volontà politica. Lo ha detto il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, nel discorso tenuto alla cerimonia di riempimento del bacino della diga, a cui ha partecipato al fianco della presidente della Tanzania, Samia Hassan.

“Questo progetto esemplifica il nostro impegno congiunto e continuerà a rappresentare un segno eterno del rapporto tra Egitto e Tanzania”, ha detto Shoukry, giunto in Tanzania alla guida di una nutrita delegazione egiziana, comprendente anche il ministro dell’Edilizia, Assem El-Gazzar. La costruzione del Julius Nyerere Hydroelectric Power Project, del valore di circa 3 miliardi di dollari, è iniziata nel 2019 attraverso una joint venture di due aziende egiziane: la società statale Arab Contractors Company e la società privata Elsewedy Electric. I lavori di costruzione sono stati ultimati lo scorso ottobre. Secondo le autorità, la diga porterà a raddoppiare l’attuale produzione di energia della Tanzania e a controllare le inondazioni del fiume Rufiji, situato nel sud-est del Paese, favorendo anche l’agricoltura.

L’infrastruttura, con il suo invaso da 34 miliardi di metri cubi, occupa un’area di 1.350 chilometri quadrati all’interno della riserva naturale Selous Game Reserve, patrimonio dell’Unesco. Rispondendo alle obiezioni su possibili minacce all’ecosistema, le autorità egiziane hanno sottolineato l’impegno a completare il progetto rispettando i più elevati standard internazionali.

Una volta operativa la diga dovrebbe generare 5.920 GWh di energia l’anno e sarà gestita dall’azienda statale Tanzania Electric Supply Company (Tanesco). Nel suo intervento, riportato dai media egiziani, il presidente della Tanzania Hassan ha ringraziato l’Egitto per il ruolo avuto nella costruzione dell’infrastruttura, sottolineando i benefici che questa porterà al Paese, favorendo in particolare lo sviluppo di progetti agricoli.

La diga in Tanzania rientra nella politica egiziana di rafforzare la propria influenza in Africa, soprattutto attraverso la costruzione di progetti volti a garantire energia ai Paesi del bacino del Nilo, a fronte della lunga disputa in atto con l’Etiopia per la costruzione della diga Grand Ethiopian Renaissance Dam (Gerd) sul Nilo Azzurro. Aziende egiziane sono impegnate nella costruzione di due centrali solari in Eritrea e una in Uganda e nei mesi scorsi Il Cairo ha avviato colloqui con il ministro dell’Energia di Gibuti per rafforzare i rapporti bilaterali.

Il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi ha discusso di possibili soluzioni al contenzioso in atto con l’Etiopia nel corso della sua visita a Washington, la scorsa settimana, in occasione del vertice tra Stati Uniti e Africa.

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