di Philippe Alfroy e Bernardo Pessoa – foto di Ampe Rogerio / Afp
Le strade di Luanda tornano ad animarsi con la kizomba, il popolare ballo che seduce il mondo. Dopo il blocco forzato di ogni attività a causa della pandemia che ha imposto il distanziamento fisico, riprendono in Angola i corsi e le performance di kizomba, un ballo di coppia sensuale e avvolgente che sprigiona voglia di libertà e gioia di vivere
È considerata la danza più sexy al mondo. Vanta schiere di appassionati ad ogni latitudine. Ma è in Angola che la kizomba acquista i connotati di una sorta di filosofia, quasi una religione. Dopo lunghi mesi di blocco di ogni attività, a causa della pandemia che ha imposto il distanziamento interpersonale, le scuole di danza e le sale da ballo di Luanda hanno ripreso le loro attività. Si volta pagina. Secondo gli esperti dell’Oms i numeri sono sottostimati. Ma le autorità hanno preso molto sul serio l’emergenza sanitaria e nei momenti più difficili hanno imposto un giro di vite alle attività. Vietati i commerci di strada, le attività sportive e ricreative. «È stata dura, sacrifici necessari, ora speriamo di esserci lasciati alle spalle il peggio», commenta Inácio da Conceição, giovane appassionato di kizomba, che dopo una lunga inattività ha ripreso a ballare assieme ai coetanei.
Uno stile di vita
Ci intrufoliamo in un labirinto di strade sterrate nel cuore della città vecchia. Da un cortile ingiallito dalla polvere provengono alcune note di musica vivace. Per i giovani del quartiere è il momento della kizomba: il ballo di coppia sensuale e avvolgente che ha conquistato il mondo. «Fermi! I ragazzi stiano fermi, ora si muovano solo le ragazze. Ecco, così, va bene». Avvolto in una sfolgorante camicia viola, Vítor Espeção arringa i suoi allievi come un ufficiale le sue truppe in manovra. I ballerini obbediscono con disciplina. Sotto lo sguardo interessato di una manciata di bambini, che sbirciano accucciati da dietro un muro, i corpi dei ballerini ondeggiano e si arricciano fin quasi a fondersi. «Adoro la gioia e l’armonia di questo ballo – commenta l’insegnante – ma la kizomba è più di una musica, più di una danza. È uno stile di vita, che dà un’idea di ciò che rende l’Angola così speciale».
L’origine della kizomba è oggetto di feroci dibattiti tra esperti e appassionati, unanimi nel riconoscere l’uomo che ha reso questo ballo popolare negli anni Novanta: Eduardo Paim, cantante nato a Brazzaville e cresciuto in Angola, non ancora sessantenne, considerato il “Padrino indiscusso della kizomba”. «La kizomba è una poesia… in movimento – spiega egli stesso –. Una poesia che si scrive con i passi e che trae ispirazione dalla fusione di molteplici stili musicali e danzanti, come la semba, tipica angolana, la kumbam originaria del Camerun, la rumba congolese e altri ritmi provenienti dalle Antille, come il kadanse e il calypso, stili musicali che ai miei tempi, una quarantina di anni fa, erano molto apprezzati».
Motivo di orgoglio
La parola kizomba –in kimbundu, una delle lingue più parlate dell’Angola – significa “festa”, “comunità”. Oggi il ballo così denominato è considerato parte dell’identità culturale del Paese. Motivo di orgoglio e simbolo di riscatto di un popolo, quello angolano, che ha attraversato periodi molto bui (dall’occupazione coloniale portoghese terminata nel 1975 alla sanguinosa guerra civile conclusasi nel 2002) e che oggi guarda al futuro con più ottimismo.
La kizomba è praticata ovunque in Angola: non solo a Luanda ma anche nelle zone rurali. Nei locali, nei cortili, sui marciapiedi. I danzatori più abili partecipano alle gare nazionali o addirittura internazionali, finiscono in tivù e sono rincorsi dai fan per gli autografi. Come vere star: uomini e donne indistintamente, perché la kizomba è un ballo di coppia dove due corpi avvinghiati si muovono all’unisono. «Penso che a prima vista possano sembrare approcci erotici», spiega Dinamene Cruz, 35 anni, una delle più famose presentatrici televisive angolane, che conduce per l’emittente pubblica Tpa un programma dedicato alla danza. «Attraverso la kizomba puoi quasi vedere l’anima della persona con cui balli. È molto, molto importante. È la nostra comunione, siamo noi».
Successo mondiale
Dopo aver conquistato il suo Paese d’origine, la kizomba ha invaso negli ultimi anni le piste da ballo di tutta Europa prima di dilagare in ogni dove: dal Brasile alla Mongolia, dal Canada alle Filippine. «È normale che funzioni ovunque», dice Mário Contreiras, architetto di Luanda diventato fervente promotore della kizomba. «Il nostro mondo ha bisogno di affetto – spiega –. E mai come oggi, dopo la terribile pandemia che ci ha travolti, ci rendiamo conto di quanto sia importante il contatto e il calore umano. Noi angolani balliamo la kizomba abbracciandoci. I corpi si sciolgono l’uno contro l’altro. In Europa e nel mondo non esiste un ballo tanto sensuale. Ma chiunque sperimenti questa liberazione dei sensi non può che restarne stregato».
Fenomeno ormai globale, la kizomba viene insegnata anche nelle grandi città del nord del mondo: Parigi, New York, Londra, Roma. Zelo Castelo Branco, noto conduttore radiofonico angolano, ammette però di non riconoscere più troppo la “sua” kizomba in quella praticata all’estero. «Viaggiando troppo, la nostra danza ha perso la sua anima… Tutti ballano la kizomba, e va bene. Ma quelli che la insegnano all’estero ne hanno cambiato lo stile», si lamenta la popolare voce di Rádio Lac. «Non è più quella tradizionale e familiare che balliamo con le nostre mogli, i nostri figli, i nostri genitori… È diventata qualcosa di diverso, che ricorda la tarraxinha», che è una variante della kizomba, più lenta e meno disinibita.
Domeniche danzanti
Mateos Vandu Mavila, uno dei capi della compagnia di ballo che si allena nel quartiere Mabor, ha le idee chiare: «Ogni età ha il suo ballo e il suo contesto… Il mondo ha cercato di associare la kizomba alla sensualità e all’erotismo, ma per noi è qualcosa di molto serio, è la nostra forma di espressione, la nostra cultura: il nostro modo gioioso di approcciarci alla vita». Per preservare lo spirito del ballo Mário Contreiras è tra i promotori del progetto Kizomba na rua (La Kizomba per strada), nato nel 2012: ogni domenica al calar della sera il lungomare di Luanda si trasforma in una pista da ballo. In pratica è un corso settimanale, informale e gratuito.
Terminate le norme anticontagio imposte dalla autorità, la Marginal – l’arteria più famosa della capitale – è tornata ad animarsi di ballerini. «L’obiettivo è promuovere la kizomba, dare a tutti l’opportunità di impararla», spiega Manuel Miguel, 26 anni, uno degli artefici dell’operazione. Anche questa sera decine di ballerini, esperti o principianti, hanno risposto all’appello, per la gioia di Mário Contreiras. «La kizomba è lo specchio di chi siamo e di ciò a cui aspiriamo – insiste –. Abbiamo passato mesi difficili. Ora è il momento di guardare avanti. Fare i passi giusti, con leggerezza e allegria, tornare a goderci la vita».