Mentre l’ispettore di polizia Jeff indaga su Marco Mfalme (Eriq Ebouaney), ricco e potente uomo d’affari proprietario del lussuoso River Hotel di Kinshasa e sospettato di traffico illegale di diamanti, Rayan (Majid Michel) indaga sull’amata sorella Rose misteriosamente scomparsa proprio mentre lavorava all’Hotel River….
Puro stile soap opera per una serie che mescola indagini poliziesche con intrighi amorosi e famigliari e che nell’ambizione del regista e sceneggiatore Didier Ndenga, vorrebbe mostrare un’altra immagine della RDC. O per lo meno di Kinshasa, presentata come metropoli lussuosa e glamour. Un po’ troppo forse, visto le immagini quasi asettiche di una città famosa per il suo traffico caotico e la sua densità umana. Qui anche le bidonville sembrano pulite e stranamente deserte quasi a voler far dimenticare le immagini cariche e dolenti della Kinshasa ritratta da Alain Gomis in Félicité.
River Hotel (52 episodi di 26 minuti) coprodotto e trasmesso in streaming da TV 5Afrique brilla più per l’eclettico cast – tra gli interpreti oltre ad Habi Touré e Alix Bénézech, spiccano il cantante Fally Ipupa, la ex top model e scrittrice Esther Kamatari e lo storico François Durpaire – che per regia e sceneggiatura.
Inutili lungaggini, dialoghi improbabili e ancor più improbabili raccordi si accompagnano però a piccoli tocchi di genio come la sfilata dei sapeurs nel primo episodio e una (forse inconsapevole) comicità nella recitazione che alleggerisce la trama sgangherata.
Con un budget di 520.000 euro, riprese interrotte più volte per le recenti manifestazioni di protesta svoltesi nella capitale congolese, la serie, per ragioni di scurezza è stata girata perlopiù all’interno del Kempinski Hotel Fleuve Congo e della Banque commerciale du Congo.
Non mancano però scorci romantici del fiume Congo, panoramiche aeree di Kinshasa e alcune scene di azione girate in un’interessante zona industriale abbandonata. Se la serie dovesse avere il successo sperato da TV 5 Afrique, potrebbe essere un nuovo inizio per la produzione televisiva e cinematografica di una città che, evocando la famosa produzione indiana, è già stata soprannominata Kollywood.
(Simona Cella)