Mentre il Parlamento di Kigali dà il via libera alla candidatura per il terzo mandato del Presidente Paul Kagame, le Forze democratiche unite (Fdu, partito illegale nel Paese) denunciano un drastico peggioramento delle condizioni di detenzione del suo leader Victoire Ingabire. La Ingabire è stata condannata nel dicembre 2013 per cospirazione contro le autorità, terrorismo, incitamento alla violenza e alla guerra ma, soprattutto, per aver «minimizzato il genocidio del 1994 contro i tutsi». In realtà, attraverso la via giudiziaria, il regime si è sbarazzato di una esponente politica che sarebbe stata in grado di mettere alle corde il Presidente Kagame alle urne.
«Venerdì 10 luglio – si legge in una lettera aperta diffusa dal Fdu -, la direzione della prigione centrale di Kigali ha deciso, senza alcuna spiegazione, di rendere più restrittivo il regime carcerario al quale è sottoposta la Ingabire».
Secondo Boniface Twagirimana, uno dei Vicepresidenti ddi Fdu, non solo non è stato permesso alla Ingabire di incontrare il suo avvocato, ma si è vista chiudere tutti gli spiragli attraverso i quali entra la luce nella sua cella, le sono stati confiscati libri e riviste e le è stato vietato di ricevere i visitatori.
Paul Rwarakabije, Commissario generale del Servizio penitenziario ruandese, contattato dalla rivista «Jeune Afrique» ha negato ogni accusa. «Questa lettera aperta – ha detto Paul Rwarakabije – è un manifesto di propaganda politica. L’avvocato della Ingabire è venuto in tarda ora, è per questo motivo che non gli è stato permesso di entrare».
Il dubbio è che, avvicinandosi le elezioni presidenziali, il regime voglia ulteriormente chiudere la bocca a una rivale pericolosa. Kagame ormai è proiettato verso la rielezione per il terzo mandato e ogni oppositore potrebbe rivelarsi un ostacolo al suo progetto.