Il governo di Kigali ieri ha annunciato la liberazione di 2140 prigionieri tra i quali figurano alcuni membri di rilievo dell’opposizione che erano considerati prigionieri politici e d’opinione da diversi gruppi di difesa dei diritti umani. A renderlo noto è stato il ministro della Giustizia, Johnston Businge.
Spiccano in particolare i nomi della leader del partito d’opposizione non registrato Fdu-Inkingi, Victoire Ingabire, che dal 2010 scontava una condanna a 15 anni per aver minacciato la sicurezza dello stato e “sminuito” il genocidio del 1994, e quello del cantante Kizito Mihigo, imprigionato nel 2015 con una condanna a 10 anni di detenzione per aver complottato per uccidere il presidente Paul Kagame.
All’uscita dal penitenziario Ingabire, che ha sorriso e ringraziato le autorità per il suo rilascio, è stata tra gli esponenti politici più critici contro il presidente Kagame e ha sempre affermato che il processo nei suoi riguardi fosse politicamente motivato, come ricorda la BBC. Ingabire rientrò in Ruanda nel 2010 per partecipare alle elezioni presidenziali, ma venne immediatamente arrestata. L’oppositrice, di etnia hutu, aveva criticato il monumento che ricorda il genocidio del 1994 perché non includeva nessun hutu. Secondo Ingabire tra le 800mila persone uccise oltre ai tutsi c’erano anche molti hutu moderati uccisi dagli estremisti che non sono stati considerati.
Ora che è stata liberata, la coraggiosa esponente politica ha detto di sperare che ciò rappresenti l’inizio di dell’apertura dell0o spazio politico nel paese. Kagame nel corso degli anni ha riformato e rilanciato l’economia dello stato della regione dei Grandi Laghi, ma è stato più volte criticato di violazioni di diritti umani contro l’opposizione che nel paese è praticamente assente.
In ogni caso non è stata ancora data alcuna motivazione ufficiale per giustificare la decisione di scarcerazione, ma sembra che Kagame abbia esercitato il suo potere di grazia. Secondo alcuni commentatori intervistati da Rfi, la scelta di liberare questi prigionieri rappresenterebbe una “seduzione” per convincere la Francia a scegliere la Ministra degli esteri ruandese Louise Mushikiwabo come segretaria generale dell’Organizzazione internazionale de la Francofonia (OIF) il cui summit si terrà il mese prossimo.
“Non c’è nulla di politico nel suo rilascio, perché non c’è nulla di politico nella sua detenzione”, ha affermato in ogni caso Businge, sottolineando che il significato del rilascio di Ingabire è solo legato alla fine della procedure relativa alle loro richieste di grazia che avevano già presentato da tempo.