Che fine ha fatto il Grammy award vinto da Ali Farka Touré nel 1995 per l’album Talking Timbuktù, quell’anno “miglior album di world music”? È quello che si chiede anche la famiglia del musicista maliano, considerato uno dei più grandi musicisti degli ultimi 50 anni. morto nel 2006, che sui media locali denunciano il furto del premio, in zinco e oro, trafugato dal piccolo museo creato nella sua ex-residenza per onorare la memoria di Tourè, un gigante della musica africana. La famiglia Touré chiede la restituzione del premio.
“Fa davvero male, fa molto, molto male” ha detto ai microfoni di Rfi il figlio del musicista, Vieux Farka Touré: “Non capisco come possa venire in mente di rubarlo. Non è nemmeno patrimonio della famiglia, è patrimonio del Mali! È uno dei Grammy più importanti, è il primo vinto dal Mali”. La famiglia Touré afferma di non avere alcuna velleità di vendetta ma di volere unicamente la restituzione del premio: “Cerchiamo solo di riportare al suo posto il Grammy. Questo è tutto” ha detto il figlio di Touré.
Nel 2023, scrive Claudio Agostoni nella nostra rubrica di musica, era uscito un tributo musicale a Touré “un’ode a una leggenda contemporanea: otto tracce scelte della sua vasta discografia, riarrangiate e registrate dal figlio Vieux Farka e dai funambolici texani Khruangbin, band fra le più aperte a esplorare le connessioni fra il rock e le musiche del mondo. Ali è stato registrato a Houston in una settimana in presa diretta e i texani erano stati volutamente tenuti all’oscuro dei brani che avrebbero dovuto suonare perché Vieux voleva che li affrontassero come una tabula rasa. Il risultato è un’ode a una leggenda contemporanea, capace di ridare vita e traghettare verso il futuro gli immortali spartiti e testi di uno dei più grandi musicisti degli ultimi 50 anni“.