Russia-Africa: un rapporto poco esplorato

di Raffaele Masto

Nello scorso decennio le relazioni tra Cina e Africa hanno mobilitato analisti, giornali, economisti e politici. Oggi quell’attenzione dedicata alla Cina meriterebbe di essere spostata sulle relazioni tra Russia e paesi africani. Mai come oggi Mosca ha interessi in Africa ed è ricambiata da molti paesi. Gli interessi da ambo le parti sono perlopiù militari, ma non solo.  Un caso recentemente ha suscitato l’interesse dei media, quello dei tre giornalisti russi uccisi in Repubblica Centrafricana.

E’ innegabile che negli ultimi anni, il Cremlino ha cercato di ripristinare i contatti con gli Stati africani che facevano parte dell’antica rete sovietica. Non è un caso che il ministro degli Esteri russo Lavrov abbia fatto nel marzo scorso un tour che lo ha portato in diversi paesi, in particolare in Namibia, Mozambico, Zimbabwe, Etiopia.

La strategia russa sembra puntare non tanto a sconfiggere in Africa concorrenti come la Cina e gli Stati Uniti, quanto a non rimanere esclusa da uno scenario fondamentale e ad evitare che i suoi rivali ottengano commesse e diritti di sfruttamento totalizzanti.

L’industria bellica americana è la principale rivale di quella russa in tutto il continente africano. Tra il quinquennio 2006-10 e quello 2011-15, le importazioni da parte degli Stati africani sono aumentate del 19%. Secondo la strategia russa vendere armi significa ottenere uno strumento di potere.

Nel corso del 2017 la Russia ha esportato circa 15 miliardi di dollari di armi in tutto il mondo. E l’Africa ha rappresentato il 13% delle vendite di armi russe negli ultimi cinque anni. Insieme a queste, ci sono anche numerose operazioni che vedono coinvolti soldati russi tramite accordi militari per l’invio di istruttori e consiglieri, fra cui civili, cioè contractors.

(Raffaele Masto – Buongiorno Africa)

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