Da alcuni fu definito un gesto «nauseante». Da altri, come «il coronamento della più bella storia d’amore del mondo». Oggi possiamo dire che il matrimonio di Seretse Khama e Ruth Williams, immortalato nel film «A United Kingdom», sopportò le contraddizioni di un mondo che stava cambiando. Di un mondo che stava lasciando il periodo oscuro del colonialismo per intraprendere la strada delle indipendenze. Contro quell’unione si scagliarono le forze degli interessi economici e del razzismo legate ai vecchi schemi dell’apartheid. A favore quelle della convivenza possibile tra un uomo africano, che diventerà il primo presidente del Botswana, e una donna europea e della possibilità di creare una società aperta.
Seretse Khama è il rampollo della famiglia reale del popolo Bechuanaland. Un nobile che, sebbene la sua nazione fosse una colonia britannica, è destinato a guidare la sua gente. La famiglia lo manda nelle migliori scuole del Sudafrica. Poi, nel 1944, lo iscrive alla prestigiosa università di Oxford. E qui accade ciò che nessuno si sarebbe mai immaginato potesse accadere. Seretse si innamora di Ruth Williams, una donna bianca, impiegata ai Lloyd’s di Londra. Siamo negli anni Cinquanta. Le coppie miste sono uno scandalo nel Regno Unito (il loro matrimonio viene infatti celebrato in gran segreto). Ma anche in Africa. Il Sudafrica, che si stava avviando sulla strada dell’apartheid, vede male quell’unione tra il possibile futuro sovrano di uno Stato confinante e una donna bianca. Pretoria sta infatti vietando i matrimoni tra bianchi e neri e non vuole certo averne un esempio autorevole e ingombrante alle porte di casa.
Ma anche gli stessi Bechuanaland sono critici. Lo zio di Seretse, allora reggente, chiede l’annullamento del matrimonio. Gli anziani della tribù però non solo salvano il matrimonio, ma riconoscono Seretse come legittimo aspirante al trono.
La questione già intricata di per sé, lo diventa ancora di più per effetto dell’intervento della Gran Bretagna, ancora potenza coloniale. Londra è consapevole che la stagione delle indipendenze è alle porte. Sa che Seretse potrebbe essere una buona guida per il suo Paese. Sa tutto, ma non vuole mettersi contro il Sudafrica. Durante la seconda guerra mondiale, Pretoria ha sostenuto Londra. Ha inviato soldati, materie prime, supporto logistico. E i governi britannici gli sono riconoscenti. Ma non è solo la riconoscenza. La Gran Bretagna acquista a basso costo oro, diamanti e uranio dal Sudafrica. Quell’unione tra un nero e una bianca può mettere in discussioni affari da decine di migliaia di sterline. Così manda Seretse in esilio.
Come mai era avvenuto prima, però, l’opinione pubblica mondiale insorge. Gruppi che lottano a favore dei diritti umani, partiti nazionalisti, ma anche comunisti chiedono la fine dell’esilio e il ritorno di Seretse nel Bechuanaland. Londra cede. Il leader africano ritorna in patria e fonda il partito democratico. Nel 1965 vince le elezioni e, quando il Paese diventa indipendente, viene nominato Presidente. Il primo Presidente del Botswana. Avvia una serie di riforme, ma le difficoltà sono grandi e rischia di diventare ostaggio dei ricchi Paesi confinanti, Sudafrica e Rhodesia, entrambe ostaggio di regimi segregazionisti. Nel 1967 viene però scoperto un enorme giacimento di diamanti. Per il Botswana è la svolta.
Seretse governerà fino alla morte, avvenuta nel 1980 a causa di un tumore. Ruth rimarrà sempre al suo fianco e morirà nel 2002. Oggi sono sepolti uno vicino all’altro su una collina di Serowe.