Spazzolini da denti, mobili, materiali di costruzione o ancora, carta igienica: tutto potrebbe presto provenire piante di bambù, cresciute in Rwanda e trasformate localmente.
Il progetto è promosso dalla Rwanda water and forestry authority (Rwfa) e fa seguito a un accordo concluso con un ente cinese, il China Bamboo Aid Project.
L’obiettivo pensato dalla Rwfa è doppio: da una parte, lottare contro la deforestazione importando piante di bambù ; dall’altra, usare la pianta al posto del classico legno per usi svariati. Il bambù trova molti sbocchi nell’eco-architettura, per complementi di arredo, per il packaging commerciale, o ancora per l’energia da biomasse. Attualmente sono presenti in Rwanda alcune varietà di bambù da usare in cucina.
Gli attori della filiera del bambù sottolineano caratteristiche ambientali e biologiche “tali da generare solo positività per l’ambiente circostante e per il terreno”.
Secondo l’Authority ruandese, sono in corso trattative con alcuni investitori per finanziare la realizzazione di un’unità di produzione di prodotti e materiali di bambù. È già pronto uno studio di fattibilità che prevede la nascita della fabbrica nell’Est del Paese, nel 2021. Entro la fine di quest’anno fiscale, saranno stati piantati 300 ettari di bambù.