Le autorità del Rwanda hanno emesso un mandato di arresto internazionale contro Aloys Ntiwiragabo che durante il genocidio avvenuto nel Paese nel 1994 era capo dell’intelligence militare.
Il procuratore generale ruandese Aimable Havugiyaremye ha confermato il lavoro condiviso con l’unità francese incaricata, atto a combattere i crimini di guerra e contro l’umanità perpetratisi in Rwanda, ai danni di 800.000 tutsi e hutu moderati.
Il 72enne Ntiwiragabo vivrebbe attualmente a Orleans, città della Loira situata 130 chilometri a sud di Parigi. Contro l’uomo sono stati in passato spiccati dei mandati di arresto dal Tribunale penale internazionale di L’Aja, poi revocati.
Il nome di Ntiwiragabo, come riporta Agenzia Nova, compare in alcuni documenti del Tribunale penale internazionale delle Nazioni Unite sui crimini contro l’umanità (Ictr) come parte di un gruppo di undici funzionari che, «dalla fine del 1990 fino al luglio 1994 (…), hanno concordato tra loro e con altri per sviluppare un piano con l’intenzione di sterminare la popolazione civile tutsi ed eliminare membri dell’opposizione e mantenere così il potere». Il polo Crimini contro l’umanità del tribunale di Parigi aveva cercato di ascoltarlo come testimone nel 2012 in un’indagine, chiedendone l’autorizzazione alle autorità ruandesi, ma da Kigali era stato risposto che il Ntiwiragabo si era rifugiato in un non noto Paese africano.
Secondo fonti Onu, il genocidio commesso in Ruanda nel 1994, su istigazione del regime estremista hutu allora al potere, ha provocato circa 800mila morti tra aprile e luglio di quell’anno.