Sabotaggio di Boko Haram, Maiduguri di nuovo al buio

di Stefania Ragusa

È durato pochissimo il sollievo di Maiduguri. La città capoluogo del Borno è stato nuovamente privata dell’elettricità dopo un nuovo attacco dei jihadisti, che sabato hanno fatto saltare in aria due torri di trasmissione elettrica sulla linea ad alta tensione che collega la città di Maiduguri a Damaturu, una delle roccaforti di Boko Haram.

La città è rimasta senza elettricità il 26 gennaio, in seguito a un sabotaggio rivendicato da Iswap, Islamic State West Africa Province, organizzazione terrorista presente nella zona e rivale di Boko Haram. Venerdì la linea elettrica era stata finalmente ripristinata e la popolazione locale aveva esultato.

Le operazioni di riparazione sono estremamente difficili, a causa della minaccia terroristica sull’asse Maiduguri – Damaturu. A fine febbraio, diversi tecnici della compagnia elettrica nazionale che avrebbero dovuto riparare la rete, sono rimasti feriti nell’esplosione di una miniera.

Ndidi Mbah, direttore generale dipartimento Affari pubblici della Trasmission Company of Nigeria (Tcn), la società che fornisce elettricità al Paese, ha affermato che Tcn continuerà a fare tutto il possibile per garantire il ripristino dell’alimentazione nelle aree colpite.

Le conseguenze di questo ripetuto sabotaggio sono terribili per gli abitanti della città di Maiduguri, che ospita anche 1 milione di sfollati dal conflitto contro Boko Haram. Molti piccoli artigiani non possono lavorare senza elettricità e l’acqua scarseggia quando le elettropompe nei pozzi sono spente. L’uso di generatori diesel rimane un’opzione troppo costosa per la maggioranza della popolazione.

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