Sale la tensione tra Mali e Algeria, drone abbattuto e ambasciatori richiamati

di claudia
Drone Usa

di Andrea Spinelli Barrile

La crisi diplomatica tra Mali e Algeria si aggrava dopo l’abbattimento di un drone maliano da parte di Algeri. Bamako accusa l’Algeria di “aggressione flagrante” e annuncia ritorsioni, L’Alleanza degli Stati del Sahel (Aes) condanna l’accaduto come un attacco all’intera confederazione.

Continua a salire la tensione tra Mali e Algeria, dopo che un drone delle forze armate maliane è stato abbattuto dall’Algeria, un fatto che sta scatenando misure di ritorsione da parte di Bamako. Il governo di transizione del Mali, in una nota ufficiale pubblicata ieri, ha descritto l’abbattimento come una “flagrante aggressione” da parte dell’Algeria e si è pronunciato, sempre ieri, anche il Collegio dei capi di Stato della Confederazione degli stati del Sahel (Aes). In particolare, il Collegio ha espresso la sua condanna parlando di “atto d’aggressione verso l’intero spazio confederato” e annunciando, come misura di ritorsione immegiata, il richiamo in patria degli ambasciatori ad Algeri dei tre paesi (Burkina Faso, Mali e Niger).

L’organizzazione ha detto che la distruzione del drone ha impedito lo “sradicamento delle minacce terroristiche”, compromettendo così la sicurezza della regione ed ha accusato l’Algeria di aver violato il diritto internazionale. Come sottolinea inoltre un comunicato della stessa Aes diffuso ieri sera su tutte le Tv nazionali dei paesi membri, tra Mali e Algeria è in corso una vera e propria “escalation di tensioni” e l’Aes che ha evidenziato “le preoccupazioni di sicurezza e territoriali condivise dai paesi membri dell’Alleanza”. Il governo di Bamako, dal canto suo, ha aggiunto che oltre al richiamo dell’ambasciatore, come protesta ufficiale, si ritirerà dal Comitato misto di stato maggiore (Cemoc) e sporgerà “denuncia presso gli organismi internazionali contro l’Algeria per atti di aggressione”.

Il drone maliano, immatricolato Tz-98d, è stato distrutto nella notte tra il 31 marzo e il 1 aprile sopra i cieli della cittadina di Tinzouatène, nella regione di Kidal, proprio lungo il confine con l’Algeria. Secondo il governo maliano, l’aereo è stato colpito da un missile, un’azione che potrebbe essere frutto solo di “un’aggressione ostile”, ma sono almeno tre le versioni di quanto accaduto: la prima versione l’ha fornita il governo algerino, quando il ministero della Difesa di Algeri ha confermato di avere abbattuto un “drone da ricognizione armato” perché era penetrato “per due chilometri” nello spazio aereo algerino.

La seconda versione l’ha data lo stato maggiore dell’esercito maliano, che ha sì confermato la perdita di un “aereo senza pilota” dicendo però che questo si sarebbe schiantato a causa di un guasto tecnico. La terza versione invece è stata fornita dal Fronte di liberazione dell’Azawad (Fla), un gruppo armato attivo nel nord del Mali, che in un comunicato ufficiale ha rivendicato la responsabilità dell’abbattimento del drone, affermando che comunque in passato i suoi miliziani hanno già abbattuto diversi aerei maliani.

Le autorità maliane, dopo la versione sul guasto tecnico, hanno respinto le accuse algerine secondo cui il drone avrebbe violato lo spazio aereo algerino e specificato che il relitto del velivolo è stato trovato in territorio maliano, 9,5 km a sud del confine.

La crisi tra Mali e Algeria è iniziata con l’accoglienza ad Algeri da parte del presidente Tebboune dell’imam maliano Mahmoud Dicko, molto influente nel Paese dell’Africa subsahariana, un fatto che Bamako ha percepito come “un’interferenza”, ragion per cui il Mali ha richiamato il proprio ambasciatore e cancellato (a gennaio 2024) l’accordo di pace di Algeri del 2015, denunciando “atti ostili”. Ad agosto 2024, le tensioni sono ulteriormente aumentate quando l’Algeria ha criticato apertamente e in sede Onu le operazioni militari delle Forze armate maliane nel nord del Mali, una posizione liquidata da Bamako come “propaganda terroristica”. Più di recente, i due Paesi si sono scontrati verbalmente sulla strategia antiterrorismo nel Sahel: Algeri difende un approccio politico, mentre il Mali punta sull’opzione militare, in particolare attraverso l’Alleanza degli stati del Sahel (Aes) con Burkina Faso e Niger. Problemi non dissimili il Mali ce li ha anche con la Mauritania, lungo l’altro confine.

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