Salesiani e giovani, un ponte tra Africa e Italia nel Piano Mattei

di claudia

di Enrico Casale

L’impegno dei Salesiani per l’educazione e la formazione professionale dei giovani è un elemento chiave anche nel quadro del Piano Mattei, promosso dal governo italiano per rafforzare la cooperazione economica con i Paesi africani.

Educazione umana e professionale dei giovani, soprattutto dei più bisognosi: questo è il carisma dei salesiani, che da sempre seguono questo metodo educativo ispirato all’insegnamento del loro fondatore, san Giovanni Bosco. Un metodo che si basa sulla logica e sul dialogo, coinvolgendo i giovani in un percorso di crescita. Un cammino che, nel corso dei decenni, ha permesso il riscatto di migliaia di giovani in Italia e in numerosi Paesi dove i salesiani hanno avviato le loro missioni. Questo patrimonio di conoscenze si rivela oggi prezioso anche nell’ambito del Piano Mattei, promosso dal governo italiano per rafforzare la cooperazione economica tra l’Italia e i Paesi africani.

“Una delle preoccupazioni di don Bosco – spiega don Domenico Paternò, superiore della Circoscrizione salesiana che comprende Algeria, Marocco e Tunisia – è sempre stata quella di offrire ai giovani la possibilità di lavorare onestamente e dignitosamente. Formare i giovani a un lavoro corretto, ben fatto e che permetta loro di costruire una vita dignitosa e inserirsi nella società è da sempre al centro dell’azione dei Salesiani. Lo facciamo in Italia, ma anche in 40 Paesi dell’Africa. La nostra è dunque una presenza significativa nel settore della formazione”.

I Figli di don Bosco hanno quindi messo a disposizione del Piano Mattei tutta la loro esperienza. Nei protocolli firmati dall’Italia con Tunisia e Marocco nell’ambito del Piano Mattei è previsto che, per poter lavorare nelle aziende italiane, i giovani africani acquisiscano un livello di italiano A1, conoscano le norme italiane sulla sicurezza sul lavoro e abbiano una preparazione tecnica di base relativa ai mestieri che andranno a svolgere. A Tunisi i salesiani hanno elaborato un piano educativo che prevede 100 ore di insegnamento di lingua italiana, 20 ore di sicurezza sul lavoro e di elementi di base del diritto del lavoro italiano e 30 di professionalizzanti. In Marocco, invece, la formazione è più approfondita e articolata. Nel centro salesiano di Kenitra, oltre alle lezioni di italiano, si formano elettricisti, tecnici per impianti solari e operatori nel settore delle energie rinnovabili, in grado di occuparsi della manutenzione degli impianti. Attualmente, in Tunisia sono previsti cinque corsi da venti allievi ciascuno di età tra i 18 e i 30 anni, mentre in Marocco si formano 75 persone per ogni corso, della stessa età.

I salesiani collaborano con imprese italiane, ma il loro impegno ha anche un impatto locale. “Il Piano Mattei – sottolinea don Domenico – offre competenze a chi desidera emigrare legalmente, ma anche a chi sceglie di rimanere nel proprio Paese. Il nostro obiettivo è dare ai giovani una prospettiva e un futuro migliore, sia all’estero sia in patria”.

Questa iniziativa ha inoltre un importante risvolto sul piano del dialogo interreligioso. “Indubbiamente, questi corsi favoriscono la fraternità – conclude don Domenico -. Ci muoviamo nella linea tracciata da papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti, ovvero la costruzione di ponti e di occasioni di incontro e collaborazione tra persone di religioni diverse. Si tratta di creare un bene comune condiviso. In un mondo segnato da tanti conflitti, queste iniziative generano pace e speranza. Siamo nell’anno del Giubileo della Speranza e questa ne è una delle applicazioni più concrete”.

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