Tormenti e cure della malattia mentale in Africa
Centinaia di migliaia di malati mentali in Africa vengono ripudiati dai famigliari, disprezzati, relegati ai margini della vita sociale. Temuti per la loro potenziale pericolosità, finiscono spesso per essere incatenati per giorni, per mesi… per un’intera vita.
Il loro destino è frutto del pregiudizio, dell’ignoranza, della mancanza di terapie e medicine adeguate: una miscela di paura, povertà e superstizione che condanna le persone affette da problemi psichici o neurologici, a vivere in condizioni disumane.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il 75% dei casi di malattia mentale si concentrano nei Paesi a basso reddito.
Eppure i governi africani investono meno dell’1% dei loro investimenti sanitari nella salute mentale. E il continente soffre di una paurosa carenza di psichiatri e di specialisti dei disturbi mentali (ce ne sono circa duecento, per esempio, in Nigeria, la più popolosa nazione africana, abitata da oltre 200 milioni di persone).
A sud del Sahara il 95% della popolazione non ha accesso a cure psichiatriche. Gli ammalati soffrono in solitudine, isolati dal loro stigma.
Ma in varie parti del continente sta diffondendosi un nuovo e più consapevole approccio alla malattia mentale che coniuga le conoscenze della medicina occidentale e tradizionale. E non mancano esempi virtuosi di professionisti e centri specializzati che si prendono cura con successo di chi soffre di disturbi psichici.
Martedì 30 novembre esploreremo con un webinar il mondo africano della malattia mentale assieme a GRT – Gruppo per le Relazioni Transculturali, una piccola ONG Italiana impegnata da molti anni in progetti di salute mentale e nel Corno d’Africa, in particolare in Somalia.
MARTEDÌ 30 NOVEMBRE ORE 18.30-19.30
Partecipazione gratuita, previa iscrizione (fino a esaurimento dei posti disponibili)
Programma
Conduce Marco Trovato, direttore editoriale della Rivista Africa
- La malattia mentale e i disturbi psichici nel Corno d’Africa, il caso Somalia – Massimiliano Reggi (psicologo, antropologo, presidente dell’ONG GRT- Gruppo per le Relazioni Transculturali).
- Il Basaglia d’Africa che spezza le catene – Grégoire Ahongbonon (filantropo beninese, fondatore dell’associazione “Saint Camille de Lellis”, dedicata alla cura dei malati di mente in Africa).
- La psicoterapia transculturale – Paolo Inghilleri (Professore Ordinario di Psicologia Sociale M.D. Università degli Studi di Milano).
- Guaritori di follia, storie dall’altopiano dogon – Lelia Pisani (psicologa, antropologa, dal 1977 lavora in progetti di ricerca e di Cooperazione allo Sviluppo in Mali ed Etiopia).
- La cura della salute mentale nei progetti della Cooperazione Italiana – Guglielmo Giordano (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo)
- “E liberami dal male” – Le giovani vittime dei pastori-esorcisti del Congo – Natalina Isella (missionaria laica a Bukavu)
- Il ruolo della medicina tradizionale e della farmacopea naturale nella cura della malattia mentale – Rokia Sanogo (professoressa di Farmacologia e capo del Dipartimento Medicina tradizionale del Ministero della Salute in Mali).
- Il trattamento tradizionale e la concezione del disturbo psichico in Africa – Alberto Salza (antropologo)
- I traumi psichici dei rifugiati in fuga dalla guerra – Alganesh Fessaha (dottoressa italiana di origine eritrea, da anni soccorre assistere i profughi che attraversano il deserto in fuga dal Corno d’Africa e in cerca di accoglienza).
- Domande e conclusioni
Organizzano:
Evento realizzato con il contributo dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo nell’ambito dell’iniziativa AID 11514