In risposta al G20, il forum internazionale dei Paesi più ricchi del mondo, è nato The Last 20, il primo summit “dal basso” dei Paesi considerati gli “ultimi 20” del Pianeta per reddito, qualità della vita, condizioni socio-sanitarie. I rappresentanti, insieme a studiosi, giornalisti, attivisti, si sono riuniti a Reggio Calabria il 22 Luglio per tre giorni di incontri e riflessioni su migrazioni, accoglienza e mutamento climatico. Ecco la dichiarazione dei Last 20 in merito al grave stato d’allarme in cui si trova il nostro pianeta e all’urgenza di far fronte alle sfide planetarie sul clima.
“Noi, rappresentanti dei Last 20, i Paesi più impoveriti del pianeta, riuniti a Reggio Calabria dal 22 al 25 luglio, di fronte al gravissimo stato d’allarme di Madre Terra, sentiamo il dovere di far fronte alle sfide planetarie sul clima partendo dalla prospettiva dei nostri popoli, le prime vittime dei cambiamenti climatici. In questi giorni, non lontano da qui, a Napoli, i G20, i venti Paesi più industrializzati che producono il 90% del Pil mondiale e sono responsabili dell’emissione dell’85% dei gas serra, si sono riuniti per cercare un accordo sul clima. Ma sui 60 articoli dell’accordo sono rimasti bloccati sui due più importanti e fondamentali per contrastare la deriva della crisi socio-ambientale: l’accelerazione dei tagli alle emissioni di CO2 e lo stop al “pensionamento del carbone”. Per dare un presente e un futuro al pianeta vogliamo ricordare ai grandi della terra che siamo soggetti della storia e soltanto riducendo consumi e sprechi nei Paesi più ricchi e fermando la rapina delle risorse naturali nei nostri paesi possiamo uscire dalla crisi socioambientale e dalla spirale del debito per abbracciare un nuovo modello di sviluppo che dia protagonismo ai nostri comuni sogni e speranze. Solo così, tutti sulla stessa barca, possiamo salvarci insieme”.