L’ex sindaco di Dakar (Senegal) ha ricevuto la grazia. Khalifa Sall, arrestato nel marzo 2017 con l’accusa di appropriazione indebita di tre milioni di euro in fondi pubblici e poi condannato a cinque anni di prigione, è libero.
Il presidente Macky Sall – che, nonostante il cognome uguale, non ha alcun legame di parentela con l’ex primo cittadino – ha firmato l’atto di grazia e ordinato che fossero prese tutte le misure per la liberazione di Khalifa Sall.
Il decreto presidenziale, pubblicato domenica, ha «annullato totalmente» la pena, secondo quanto riferito dall’attuale sindaco di Dakar, Sowam Wardini, che ha ringraziato il presidente per il provvedimento.
L’opposizione senegalese ha puntato il dito contro il presidente. Secondo i principali esponenti della minranza, la condanna inflitta all’ex sindaco non è stata altro che un escamotage con il quale il capo dello Stato ha tolto di mezzo un pericoloso avversario per le elezioni che si sono tenute a febbrio. Quasi senza rivali, Macky Sall ha ottenuto il 58% dei voti, guadagnandosi un secondo mandato quinquennale. L’avvocato di Khalifa Sall, Ousseynou Fall, ha dichiarato che la lotta «non è finita». Secondo il legale, il suo cliente è stato «arbitrariamente imprigionato» e il provvedimento del presidente non è sufficiente a far giustizia.
Il Senegal è una delle democrazie più stabili dell’Africa occidentale e non ha mai avuto un colpo di Stato militare. Il Paese ha rappresentato un’isola di stabilità in una regione, l’Africa occidentale, scossa da una perenne instabilità. Basti pensare alle recenti crisi in Mali e in Burkina Faso o a quelle meno recenti della Sierra Leone e della Liberia.