Un mix di business, ambientalismo e culto della personalità. Il cantante senego-americano Akon il 31 agosto ha posto la prima pietra e presentato alla stampa Akon City, il complesso afrofuturista, ispirato al regno immaginario di Black Panther (la favolosa Wakanda) che farà cambiare volto al piccolo villaggio di Mbodiène, sulla Petit Côte, e dovrebbe essere ultimato nel 2026. Nato nel Missouri da genitori senegalesi, Akon ha mantenuto dei forti legami, anche imprenditoriali, con il paese d’origine. La sua fondazione privata. Konfidence, è particolarmente attiva nel campo dell’educazione e della formazione.
Di Akon City si parla da circa due anni. In un primo momento era corsa voce che il terreno fosse stato donato alla star direttamente dallo stato senegalese. Akon ha dichiarato invece di averlo acquistato e di avere già raccolto un terzo dei 6 miliardi di dollari necessari per la realizzazione del progetto, che è stato affidato all’architetto di Dubai Hussein Bakri. Mantiene però il massimo riserbo sull’identità degli investitori. Quello che si sa è che nei mesi scorsi è stato assegnato al gruppo statunitense KE International il contratto per lo sviluppo del progetto e la costruzione.
I lavori cominceranno l’anno prossimo. La città, che secondo Bakri potrebbe accogliere 300mila persone, godrà di un regime fiscale speciale e sarà suddivisa in vari quartieri. In quello dedicato al tempo libero ci saranno un casinò, uno stadio multisport e un centro commerciale. Da qualche parte dovrebbero sorgere un “villaggio delle culture africane” e un hub tecnologico. Il progetto prevede anche complessi residenziali, alberghi, ristoranti, uffici, ospedali, università, una stazione di polizia, una centrale elettrica e un impianto di trattamento dei rifiuti. La prima fase di sviluppo, che dovrebbe essere completata nel 2023, coprirà 55 ettari. Entro la fine del decennio, il complesso dovrebbe espandersi fino a 500 ettari, con un “distretto” agricolo e isole artificiali, e con un porto turistico attrezzato per ospitare navi da crociera.
Non è ben chiaro come possa conciliarsi con il casinò, Wakanda e le strutture psichedeliche mostrate durante le simulazioni visive, ma il filo conduttore, nelle intenzioni del cantante, dovrebbe essere la tradizione e la cultura senegalese. «A Bakri ho detto: ‘Hussein, voglio che i miei edifici sembrino sculture!», ha raccontato in conferenza stampa. «Voglio che l’architettura assomigli alle vere sculture africane realizzate nei villaggi. Le forme potranno essere strane, ma almeno sono africane». Rispetto alle motivazioni, alle ragioni morali che lo avrebbero messo in moto, ha specificato: «Quando sono in America incontro molti afroamericani che non capiscono veramente la loro cultura. Quindi ho voluto costruire una città o un progetto come questo per dare loro la motivazione per venire a vedere da dove vengono».
A chi manifestava perplessità per l’impatto ambientale dell’operazione, Akon ha risposto che tutto è stato progettato in modo da utilizzare materiali locali e sfruttando solo energie rinnovabili. D’altra parte lui stesso è coinvolto personalmente nel settore con la sua azienda Akon Lighting Africa, il cui obiettivo sarebbe elettrificare l’Africa con l’energia solare. Il progetto comunque si sta sviluppando con l’appoggio delle istituzioni statali e locali, come ha tenuto a sottolineare il ministro del Turismo Alioune Sarr, che ha evidenziato i benefici in termini di occupazione e crescita dell’indotto turistico che la nascita di Akon City dovrebbe determinare.
Preoccupato è invece Ahmadou Makhtar Kanté, imam della moschea di Point E (quartiere residenziale di Dakar) e noto per la sensibilità ambientalista. Non ho niente di personale contro Akon, ha dichiarato alla testata Dakaractu, ma di fronte a un progetto così mastodontico ci sono diversi punti che dovrebbero essere chiariti, a partire dall’identità dei finanziatori e delle modalità con cui è stato acquisito il terreno. Una volta è stato il governo a cederlo, un’altra Akon ad acquistarlo. Cruciale, oltre alla questione dell’effettivo impatto ambientale, è quella amministrativa. Cosa significa che Akon City sarà una zona fiscale speciale? Il Parlamento ha visionato le carte e ha la situazione sotto controllo? Il timore è che la popolarità del cantante faccia passare in secondo piano le regole.
Akon non è l’unica celebrità africana ad avere immaginato un così imponente ritorno alle origini. Anche l’attore e regista britannico Idris Elba ha in programma di costruire un resort turistico ecologico su un’isola della Sierra Leone, paese in cui è nato suo padre.
(Stefania Ragusa)