di Céline Camoin
Che fine ha fatto il progetto Akon City in Senegal? Non solo sta tuttora al punto di partenza, ma si comincia addirittura a parlare di truffa finanziaria e di imbroglio fondiario, con la presunta complicità di alte istituzioni statali.
Di Akon City si parla da almeno quattro anni come di una città afrofuturista, ispirata al regno immaginario di Black Panther, Wakanda, che avrebbe cambiato il volto del piccolo villaggio di Mbodiène, sulla Petite Côte, teoricamente entro il 2026. Protagonista e promotore di questo progetto, Alioune Badara Thiam, meglio noto come Akon, famoso cantante e produttore di musica R&B statunitense di origine senegalese, impegnato in prima linea per questo gioiello immobiliare da sei miliardi di dollari.
“Braquage foncier impuni”, rapina fondiaria impunita, titolava mercoledì scorso il giornale senegalese Libération, denunciando il non rispetto degli impegni presi con lo Stato. La testata denuncia anche una violazione flagrante dell’accordo stretto tra Akon e la Sapco, Società per lo sviluppo e la promozione delle coste e delle aree di interesse turistico in Senegal, e ricorda che lo studio di consulenza Ke international aveva promesso che la costruzione sarebbe iniziata lo scorso ottobre, cosa che non è accaduta. “Akon e i 55 ettari di Mbodiène, odore di truffa”, titola il sito Xibaaru, facendo eco ai dubbi che circondano il progetto.
Alle accuse dal Senegal si aggiungono quelle dagli Stati Uniti. L’avvocato Jeffrey Movit, che difende un ex socio di Akon, Devyne Stephens, per una causa legale da quattro milioni di dollari, denuncia che il progetto di Akon City e la cripto-valuta Akoin ad esso associata, mostrano “molte delle caratteristiche del di iniziative imprenditoriali fraudolenti come schemi di Ponzi e schemi piramidali”. Questo, sulla base di indagini di un agente federale in pensione, Scot Thomasson. “Akon non ha fornito quasi alcuna trasparenza su chi sta investendo ad Akon City o su come verrà presumibilmente costruita. Pertanto, Akon City è probabilmente una truffa”, ha scritto Movit, citando la dichiarazione giurata di Thomasson.
Inoltre, esisterebbero scarse informazioni su come funzionerebbe esattamente la cripto-valuta, promossa con lotterie e gettoni, “che sono caratteristici di uno schema di marketing multilivello”. Akon si erige infatti come grande promotore dell’Akoin e del meccanismo delle cripto-valute in Africa, sostenendo che la blockchain sia in grado di emancipare il continente dai vincoli finanziari geopolitici internazionali, come ad esempio dal franco Cfa nell’area francofona.
A chi manifestava perplessità per l’impatto ambientale dell’operazione, Akon aveva risposto a suo tempo che tutto è stato progettato in modo da utilizzare materiali locali e sfruttando solo energie rinnovabili. Per il momento, l’impatto sentito è soprattutto la delusione degli abitanti di zona che già sognavano di vivere entro poco tempo in una smart-city modello, altamente culturale e tecnologica.