Senegal, Corte dei conti denuncia la mala gestione dei fondi per l’emergenza Covid

di claudia

Numerose irregolarità, conflitti di interesse, violazioni del Codice degli appalti, ritardi nei tempi di consegna, sono stati rilevate dagli ispettori della Corte dei Conti del Senegal in merito alla gestione e all’utilizzo del Fondo di risposta e solidarietà contro gli effetti del Covid-19 (Force Covid) nel 2020 e 2021. Di questo rapporto parlano vari media nazionali e internazionali.

Nel rapporto di 180 pagine, strutturato in cinque capitoli, le conclusioni dei controllori sull’utilizzo dei fondi pubblici sottolineano che il regime di deroga al codice degli appalti pubblici (Cmp) ha consentito tutti gli eccessi.

Conflitti di interesse, violazioni del Codice Mercati dei pubblici servizi, ritardi nei tempi di erogazione, sono evidenziati nel Capitolo I, intitolato “Sistema di gestione e controllo”, al punto 1 “Gestione finanziaria e controllo dell’operatività”, secondo il giornale Sud Quotidien.

I controllori hanno evidenziato che tre agenzie di viaggio, le cui competenze sono diametralmente opposte alla sanità pubblica, si sono aggiudicate 17 contratti per la fornitura di attrezzature mediche, per un valore di oltre 15 miliardi di franchi Cfa, quasi 23 milioni di euro. La deroga al Cmp del 2014 ha comportato un’assenza di concorrenza con l’effetto di consentire alle imprese di beneficiare di maggiori quote di mercato, concentrando i mercati su un numero limitato di fornitori.

Le società Medine Sarl, Nkg, Sonabi e Al Nabiyou Voyages, appartenenti alla stessa persona denominata Ndèye Katy Gadiaga, hanno fornito, nel 2020, attrezzature mediche e dispositivi di protezione individuale per un importo totale di 15 miliardi di franchi Cfa corrispondenti a 17 contratti”, si legge nel documento. Sono stati stipulati contratti “con società, il cui oggetto sociale non ha alcun legame con l’appalto aggiudicato, o che non hanno esperienza nell’esecuzione degli appalti aggiudicati”.

Il rapporto precisa che “la rapida insorgenza del Covid-19 ha colto tutti di sorpresa. Così soluzione del fondo Force Covid-19 doveva essere gestita in modo piuttosto permissivo, il che ha portato a violazioni”.

Il rapporto portare alla luce donazioni scattate con le regole degli appalti pubblici che hanno fatto perdere quasi un miliardo all’erario senegalese. “La Corte rileva, in alcuni casi, un aumento dei costi di acquisizione dovuto all’assenza di concorrenza e alla contrattualizzazione con un numero molto limitato di fornitori”.

Sempre secondo Sud Quotiden Senegal, nonostante l’emergenza sanitaria e logistica, i ministeri della Salute e dell’Azione Sociale (Msas), allora presieduto da Abdoulaye Diouf Sarr, e dello Sviluppo Comunitario, Equità Sociale e Territoriale (Mdcest), pilotato a suo tempo da Mansour Faye, impiegarono più di tre mesi per eseguire gli appalti, che sono stati comunque aggiudicati senza indizione di gara.

La vaghezza dei testi dispregiativi ha seriamente ritardato l’esecuzione di diversi contratti di questi due ministeri. “La gestione finanziaria della pandemia è segnata da imprecisioni nel quadro normativo e dal mancato funzionamento di alcuni organi del Fondo Force Covid-19. I tempi di consegna sono stati ritardati di almeno un quarto”. L’attuazione di misure derogatorie non ha sempre avuto i risultati attesi poiché i ritardi hanno causato ritardi nella consegna di beni e servizi a livello di alcuni ministeri. Infatti, la Corte rileva, ad esempio, che i tempi di consegna per diversi appalti aggiudicati dai due ministeri non sono stati rispettati.

Il fascicolo senegalese ricorda una situazione simile in Camerun, dove già da tempo i controllori hanno evidenziato numerose violazioni nella gestione dei fondi Covid.

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