Ultimi due giorni di campagna referendaria in Senegal. Domenica 20 marzo, gli elettori sono chiamati ad esprimersi sulla revisione della Costituzione promossa dal Presidente Macky Sall. Sono in gioco numerose e importanti cambiamenti della Carta fondamentale. In particolare il rafforzamento delle garanzie per tutti i partiti, compresi quelli di opposizione, e la possibilità da parte di candidati indipendenti di candidarsi per tutte le cariche pubbliche. Le nuove norme rafforzano inoltre i poteri di controllo dell’Assemblea nazionale sull’azione di Governo e quelli del Consiglio costituzionale sulle leggi prima della loro promulgazione. Sono anche introdotti nella Costituzione principi di decentralizzazione e di decentramento amministrativo.
Gli elettori saranno infine chiamati a votare sulla norma che prevede l’introduzione del limite dei due mandati presidenziali e la riduzione del mandato presidenziale da 7 a 5 anni. Su quest’ultimo provvedimento è scoppiata una forte polemica. Il Presidente, infatti, pur sostenendo la riduzione del mandato, ha affermato che lui rimarrebbe in carica 7 e non 5 anni. La campagna elettorale è così diventata infuocata. Sostenitori e avversari si trovano trasversalmente in tutti i partiti. Anche la coalizione di Governo non sembra compatta. Ad esempio, il Presidente dell’Assemblea nazionale, Moustapha Niasse, e il leader del Partito socialista, Ousmane Tanor Dieng, sono pronti a non far mancare il loro sostegno all’iniziativa presidenziale, ma voci opposte si sono alzate dal sindaco di Dakar, Khalifa Sall, e dall’imam M’baye Niang, segretario dell’Assemblea nazionale.
Tutti gli attori in campo hanno battuto palmo a palmo il Paese e il referendum si è trasformato in una sorta di giudizio sulla Presidenza Sall, in un momento in cui il tasso di popolarità presidenziale non è particolarmente alta. Il Governo, per assicurarsi una ampia affluenza alle urne (che di per sé già rappresenterebbe una prima vittoria), ha provveduto in tempo record a rinnovare le cartelle elettorali scadute. Lo stesso Sall si è impegnato a incontrare personalmente gli influenti membri della società civile e religiosa capaci di indirizzare con le loro parole una enorme quantità di voti (specialmente quelli delle città sante di Touba e Tivaouane).