Il governo di Dakar ha reagito al dibattito sulla povertà in Senegal, sollevato dalla recente pubblicazione di dati dell’Agenzia nazionale di statistica e demografia (Ansd), secondo i quali numero dei poveri è aumentato tra il 2011 e il 2018, da 5,8 milioni a oltre 6 milioni. Il ministero dell’Economia, della Pianificazione e della Cooperazione spiega, in un comunicato diffuso ieri, che contrariamente a quanto annunciato dalla stampa, in Senegal la povertà “è notevolmente diminuita”.
Anche se il numero di persone che vivono al di sotto della soglia di povertà è aumentato “leggermente” di 200.048 persone tra il 2011 e il 2018, “va riconosciuto che tale aumento è stato meno significativo di quello della popolazione senegalese, anch’essa aumentata nello stesso periodo”. “Così, se il governo non avesse fatto nulla per abbassare il tasso di povertà del 2011, il nostro Paese si ritroverebbe con molte più persone che vivono al di sotto della soglia di povertà”.
Il ministero dell’Economia sottolinea che il tasso di povertà del Senegal, stimato dall’Ansd al 37,8% (leggi altrove), è “il più basso della zona Uemoa (Unione economica e monetaria dell’Africa occidentale), citando i seguenti tassi: Benin 38,5%, Burkina Faso 41,4%, Costa d’Avorio 39,4 %, Guinea-Bissau 47,7%, Mali 42,1%, Niger 40,8%, Togo 45,5%.
Il documento – si difende il ministero – mette in evidenza l’andamento dell’economia senegalese negli ultimi anni (+6% in media nel periodo 2014-2018) e i programmi messi in atto dal capo dello Stato per una “ridistribuzione dei frutti della crescita per una maggiore equità”. Così, questa tendenza al ribasso del tasso di povertà è stata osservata “sia nelle aree rurali che urbane e per tutte le 14 regioni del Paese”. Da qui la “rilevanza della scelta della territorializzazione delle nostre politiche pubbliche”, indica il comunicato, precisando che il calo maggiore si registra a Dakar dove il tasso di povertà è passato dal 14,2% del 2011 all’8,7% del 2018/19.
Il comunicato del dicastero guidato da Amadou Hott nota che i risultati dell’indagine hanno confermato anche l’impatto positivo delle politiche di empowerment e di genere avviate dal governo. Infatti, la povertà è più bassa nelle famiglie con capofamiglia femminile.
I risultati dell’indagine armonizzata sulle condizioni di vita delle famiglie (Ehcvm), realizzata dall’Agenzia nazionale di statistica e demografia (Ansd), in collaborazione con la Banca mondiale, sono stati oggetto di ampio uso da parte della stampa, che nella maggior parte dei casi ha titolato, in prima pagina lo scorso 14 settembre, evidenziando un aumento della povertà nel Paese.
L’indagine Ansd nasce da un accordo di sovvenzione dalla Banca mondiale alla Commissione dell’Unione monetaria dell’Africa occidentale, firmato nell’aprile 2016, al fine di finanziare il Programma per l’armonizzazione e l’ammodernamento delle condizioni di vita delle famiglie sondaggi (Phmecv). E i risultati della prima edizione dell’Indagine armonizzata sulle condizioni di vita delle famiglie (Ehcvm) svolta in Senegal hanno evidenziato “gli sforzi del governo per migliorare le condizioni di vita delle popolazioni”, ha insistito il ministero.