Senegal, i campioni del calcio per sensibilizzare sulla disabilità

di claudia
Kalidou Koulibaly a Edouard Mendy

Il calcio quale mezzo di comunicazione anche per sensibilizzare sui diritti delle persone disabili. Con questo spirito la sede di Dakar dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) ha avviato una iniziativa per sensibilizzare sui diritti delle persone disabili promuovendo attraverso lo sport un cambio di abitudini per quanto riguarda stigmi e stereotipi legati alla disabilità.

A lanciare il progetto un video che vede protagonisti i professionisti del calcio internazionale e senegalese, realizzato in collaborazione con la Federazione Senegalese Calcio. E’ cosi che i campioni di calcio diventano anche campioni d’inclusione. Da Kalidou Koulibaly a Edouard Mendy, i calciatori prestano volto e immagine per rendersi diretti protagonisti di un messaggio volto a sensibilizzare il grande pubblico sull’importanza dell’inclusione sociale delle persone disabili. “Insieme, diamo un calcio alla discriminazione” è il motto scandito a grande voce dai Leoni della Teranga, come sono anche noti i calcaitori del Senegal.

Sono più di un miliardo le persone disabili nel mondo, sottolinea in una nota Aics, circa il 15% della popolazione mondiale, secondo le recenti stime dell’Organizzazione mondiale della sanità. “Queste cifre richiedono a vari livelli una riflessione condivisa finalizzata alla costruzione di una società più equa nella quale nessuno si senta escluso e le differenze diventino fonte di apprendimento comune”.

“Insieme, diamo un calcio alla discriminazione” anche il motto della partita a favore dei diritti delle persone con disabilità che vedrà in campo il prossimo sabato 14 maggio l’Associazione Italiana Calciatori (Aic) assieme ai bambini e agli insegnanti delle scuole inclusive di Dakar.

L’evento sarà preceduto da una formazione sul calcio scolastico fino al 13 maggio realizzata dai tecnici dell’associazione nell’ambito del Progetto Persei “Per un Sistema Educativo Inclusivo”. L’Aic ha messo a punto un “modello formativo” basato sulla centralità del bambino/a e non sulla sua performance sportiva in cui lo sport è uno strumento educativo a tutela dei diritti e occasione di integrazione e inclusione scolastica.

“Lo sport – prosegue Aics – offre uno spazio relazionale privilegiato diventando un mezzo di promozione individuale, d’inclusione sociale e professionale favorendo la salute e l’autonomia delle persone disabili. Nell’attività sportiva, viene stimolata la crescita personale e l’autostima attraverso il gruppo, il senso di appartenenza, il confronto con gli altri e la condivisione delle emozioni”.

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