Il leader dell’opposizione senegalese Ousmane Sonko è stato condannato per diffamazione stamani due mesi di reclusione con la condizionale, e 200 milioni di franchi Cfa ( circa 300.000 euro) di danni. Sonko non era presente in aula.
Il pubblico ministero aveva chiesto due anni di reclusione. Il processo per diffamazione è stato intentato dal ministro del Turismo Mame Mbaye Niang. Il tribunale ha rigettato la domanda della difesa, che aveva chiesto la sospensione dell’udienza.
Aperto il 2 febbraio, il processo è stato rinviato due volte in un clima di grande tensione, con l’intervento delle forze di sicurezza costrette a portare in tribunale Ousmane Sonko o a riportarlo a casa con il loro veicolo in un contesto di manifestazioni che hanno portato a distruzioni, scontri e numerosi arresti.
Il braccio di ferro giudiziario potrebbe anche continuare. Secondo fonti vicine all’accusa – riferisce La vie sénégalaise – il pubblico ministero, insoddisfatto della decisione del giudice, ha deciso di fare appello.
Molti commentatori sulla stampa senegalese salutano positivamente la decisione del giudice Yakham Keita. “È una decisione che va definita intelligente”, scrive Le Quotidien. “Mame Mbaye Niang ha vinto la sua causa per diffamazione contro Sonko, che conserva i suoi diritti civili e quindi conserva le sue possibilità per le elezioni presidenziali del 2024”, si legge.
“Il giudice ha dato un colpo al cerchio e uno alla botte”, scrive quotidiano EnQuête, osservando che questo processo è stato celerissimo. Sud Quotidien parla di “verdetto di pacificazione.