Sole e mare a poche ore dall’Italia? È ciò che offre la Petite Côte, in Senegal, una striscia costiera di finissima sabbia lunga 100 chilometri a sud di Dakar. Qui il tratto distintivo della popolazione è riassunto in una parola – teranga – che si può sommariamente tradurre come ospitalità ma che in realtà esprime molto di più: accoglienza, sorrisi e attenzione nei confronti del visitatore-ospite.
Le località principali sono Saly e Mbour, mentre il villaggio di Popenguine, con la sua lunga spiaggia immacolata, offre un’atmosfera più rilassata: nelle sue immediate adiacenze c’è una piccola riserva naturale e la bella laguna di Somone (con la presenza di alcune isole e una foresta di mangrovie) da cui si possono avvistare le oltre 150 specie di uccelli che attraversano il territorio del Sine Saloum.
Da visitare il villaggio di Joal – che diede i natali al primo presidente del Senegal indipendente, Leopold Sédar Senghor – con le sue palme da cocco e le deliziose ostriche che crescono aggrappate alle radici delle mangrovie. Gli abitanti di Joal accompagnano i turisti a visitare Fadiouth, una graziosa isoletta costituita da un accumulo di conchiglie che sta proprio di fronte al villaggio, collegata con la terra ferma da un ponte pedonale di legno lungo quasi un chilometro. Sull’isola c’è una chiesa cattolica e una moschea, ma l’attrazione principale è il cimitero di conchiglie condiviso da musulmani e cristiani: un segno della convivenza pacifica e serena tra le comunità di fedeli.
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(Marco Trovato)