Ha provato a emigrare, ma poi è tornato a casa. Karounga Camara, senegalese rimpatriato dopo sette anni vissuti a Milano, ora insegna ai suoi connazionali a spendere le competenze che hanno acquisito all’estero per far crescere il proprio Paese. E racconta la sua esperienza in «Osare il ritorno», un libro in cui suggerisce un metodo, un percorso per trovare il coraggio di rimpatriare e cogliere le grandi opportunità di un continente in crescita: dall’idea giusta per il business, a come trovare partner affidabili e accedere ai finanziamenti.
«Lasciamo l’Africa con il sogno di tornarci, ma tornare a casa è più difficile che partire – ripete Karounga Camara -. La difficoltà più grande è dimostrare ai familiari che non sei un fallito anche se non mandi più le rimesse». Lui ci è riuscito. Nel 2015 ha lasciato l’Italia ed è rientrato per fondare una startup con altri due soci, senegalesi come lui. Ci vuole un’idea per poter tornare, un’idea che funzioni. La sua idea si chiama «Senita Food»: «Sen-ita come Senegal-Italia», azienda che ha introdotto nel mercato dell’ex colonia francese semilavorati per panettieri e pasticceri.
«Se posso dare un consiglio, dico: “tornate a casa, create le vostre imprese anche se piccole, lavorate e ingranditevi”, così al momento opportuno sarete pronti». L’idea si è trasformata in decisione nel 2011 quando sua madre morì e lui, da Milano, non riuscì ad arrivare in tempo nemmeno per il funerale. A lei è dedicato questo libro. «Mi rendevo conto che non ero l’unico a soffrire, che la maggior parte degli immigrati qui stava male, non aveva senso restare».
Non è tutto semplice: «Per farcela in Africa bisogna essere creativi e motivati, dobbiamo smettere di essere negativi» sostiene. Un cambiamento di mentalità difficile, per la persistenza di quello che lui chiama «complesso coloniale», quell’afro pessimismo che fa ritenere la vita fuori sempre e comunque migliore. E per il mito dell’Occidente, alimentato anche dalla propaganda dei trafficanti, che resiste.