Senegal, processo al leader dell’opposizione Sonko rinviato al primo giugno

di claudia
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L’udienza speciale per il “presunto stupro” dell’oppositore senegalese leader del partito “Pastef” Ousmane Sonko su Adji Sarr, ex dipendente di un salone di bellezza, è stata rinviata a giovedì 1° giugno.

Dalla stampa locale si apprende che il processo è ripreso martedì mattina davanti alla Divisione penale del Tribunale di prima istanza di Dakar e si è concluso nella tarda serata della stessa giornata, intorno alle 3.20, in assenza del principale accusato che si è ritirato dal 2 maggio a Ziguinchor, città del sud del Senegal di cui è sindaco.

Il dibattimento è stato presieduto dal giudice Moustapha Fall. Il Palazzo di Giustizia di Dakar è stato posto sotto stretta protezione della polizia per timore di disordini. L’area intorno al tribunale di Dakar è stata transennata dalle forze di difesa e di sicurezza. Il coimputato di Sonko, Ndèye Khady Ndiaye, proprietario del salone di bellezza dove sarebbe avvenuto l’incidente, era presente all’udienza, così come il denunciante Adji Sarr.

I media senegalesi precisano che le prime ore dell’udienza sono state caratterizzate da un confronto tra avvocati e procuratori a favore o contro un nuovo rinvio.

L’avvocato del querelante Adji Sarr chiede 1 miliardo e 500 milioni di franchi Cfa (oltre 762mila euro) di danni, mentre il pubblico ministero ha chiesto una condanna a 10 anni di carcere per Sonko e a 5 anni per Ndeye Khady Ndiaye, proprietario del salone dove lavorava Adji Sarr, per complicità nello stupro.

Secondo il procuratore, Ndeye Khady Ndiaye ha confermato che “Ousmane Sonko era un cliente abituale che veniva nascondendo il suo volto”. Secondo lui, “i fatti di stupro addebitati a Ousmane Sonko non soffrono di alcun dubbio”. Inoltre, è stato sottolineato che Sonko ha rifiutato categoricamente di sottoporsi al test del Dna che avrebbe potuto chiarire la situazione.

Sonko, candidato dichiarato alle elezioni presidenziali del 2024, aveva posto delle condizioni preliminari per la sua presenza al processo, chiedendo, tra l’altro, il rispetto del suo itinerario per raggiungere il tribunale, la rimozione delle barricate erette intorno alla sua casa di Dakar, Cité Keur Gorgui, a Dakar. Aperto il 16 maggio, il processo per “presunto stupro” contro Sonko, che tiene il Senegal con il fiato sospeso dal marzo 2021, era stato rinviato al 23 maggio in un’udienza speciale.

Sonko era già stato condannato in appello l’8 maggio a sei mesi di carcere sospesi in un altro caso per “diffamazione” e “insulti pubblici” nei confronti del ministro del Turismo. Questa sentenza, se confermata in cassazione, potrebbe da sola privarlo dell’eleggibilità alle elezioni presidenziali del 2024.

Nel marzo 2021, l’arresto di Sonko mentre si recava in tribunale a Dakar per un caso di “presunto stupro”, aveva contribuito a scatenare diversi giorni di disordini che avevano provocato vittime. 

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