Senegal, Sant’Egidio chiede lo stop dell’offensiva in Casamance

di claudia
Ribelli in Casamance

La Comunità di Sant’Egidio chiede la fine delle attuali operazioni militari dell’esercito senegalese contro il Movimento di Forze Democratiche della Casamance. Lo fa in un comunicato, reso noto ieri dopo che le forze armate del Senegal hanno annunciato un’operazione per smantellare le basi del Movimento delle forze democratiche della Casamance (Mfdc) di Salif Sadio situate lungo la frontiera nord con il Gambia.

Impegnata da anni in un lavoro di mediazione per la pace tra il governo del Senegal e l’Mfdc, la comunità di Sant’Egidio esprime la sua profonda preoccupazione per la contrapposizione armata attualmente in corso nel nord della Casamance.

Dopo gli scontri avvenuti il 24 gennaio tra militari senegalesi appartenenti alla missione regionale africana occidentale Ecomig ed elementi dell’Mfdc di Sadio, “Sant’Egidio è intervenuta per interrompere gli incidenti e limitarne le conseguenze, riuscendo ad ottenere la riconsegna dei corpi dei militari senegalesi caduti e la liberazione dei sette militari senegalesi fatti prigionieri dall’Mfdc”, si legge nel comunicato.

Sant’Egidio chiede la fine dell’offensiva “perché sia possibile salvaguardare la stabilità dell’area coinvolta e mantenere aperta la via del dialogo. La Comunità ribadisce inoltre la sua piena disponibilità a proseguire il processo negoziale, convinta che solo attraverso una ragionevole trattativa sarà possibile una pace definitiva nella Casamance”.

L’offensiva giunge meno di due mesi dopo che quattro soldati senegalesi sono stati uccisi e altri sette catturati dai ribelli nella zona di confine con il Gambia.  Gli ostaggi, membri della missione militare dell’Africa occidentale in Gambia (Ecomig), sono stati poi rilasciati da Salif Sadio. Una delegazione di Sant’Egidio si era recata a Banjul(Gambia) su richiesta delle parti, per mediare il dialogo e contribuire alla fine delle ostilità nel breve periodo, “unica via d’uscita da un conflitto che dura da oltre 30 anni”. I capo dell’Mfdc aveva accolto l’appello di Sant’Egidio per la riconsegna delle salme “come gesto umanitario”, consegnandoli ad un rappresentante di Ecowas.

Il conflitto in Casamance si trascina dal 1982 tra il governo di Dakar e il Mfdc, che rivendica l’indipendenza di quella regione, separata dal resto del Paese dal vicino Gambia, e che storicamente si dichiara abbandonata dall’esecutivo centrale. A differenza del più arido nord, il sud del Senegal ha terre fertili ed è molto ricco di risorse forestali: non a caso il traffico illegale di legname, negli ultimi anni, è stato la principale fonte di reddito per i ribelli, come documentato tra l’altro da un recente rapporto dell’organizzazione inglese Environmental Investigation Agency (Eia).

La Casamance è anche ricca di attrattive turistiche, grazie alle sue spiagge e foreste, e sebbene la ribellione indipendentista abbia limitato questo potenziale economico, è riuscita nei momenti di relativa calma, a trarre profitto da questa vocazione.

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