Durante la sua Dichiarazione di politica generale davanti all’Assemblea nazionale, il primo ministro senegalese Ousmane Sonko ha annunciato sette grandi cambiamenti rispetto all’amministrazione passata, che ha peraltro fortemente criticato.
Tra i punti salienti, la conferma della chiusura di tutte le basi militari straniere installate sul territorio. Il Senegal è un Paese indipendente, è un Paese sovrano, e la sovranità non consente la presenza di basi militari straniere”, ha indicato.
Il governo prevede di abrogare la recente legge di amnistia del marzo 2024. “Un disegno di legge sarà proposto alla vostra assemblea”, ha chiarito Sonko sottolineando che non si tratta di una caccia alle streghe, ma della “giustizia, il pilastro senza il quale non può essere garantita alcuna pace sociale”. L’amnistia votata lo scorso marzo riguarda violenze mortali avvenute in un contesto di forti tensioni politiche tra l’allora maggioranza di Macky Sall e l’allora opposizione legata a Ousmane Sonko.
Il primo ministro ha annunciato una pianificazione venticinquennale, resa operativa tramite “un masterplan decennale” e “un piano d’azione quinquennale”. Questo approccio, sostiene, rompe con una cultura della superficialità a breve termine. Sonko ha formulato un’osservazione allarmante sull’economia nazionale: “64 anni dopo la sua indipendenza, il Senegal è rimasto bloccato nel modello economico coloniale”, ha dichiarato, sottolineando un “enorme deficit della bilancia commerciale”.
Il programma prevede anche una profonda trasformazione della pubblica amministrazione, in cui, promette, “il clientelismo sarà abolito”. Promette servizi efficienti e moderni, basati sui principi di probità e integrità”. Prevede inoltre di “ridurre il centralismo a favore della gestione locale” con “profonde riforme in termini di decentramento, tassazione e gestione del bilancio”.
Sonko ha denunciato gravi scandali nella gestione del territorio da parte dei suoi predecessori, citando in particolare “l’occupazione del demanio marittimo” e il “land grabbing” da parte di società di comodo. Un audit sulle risorse umane ha rivelato “circa 29.000 lavoratori a contratto assunti al di fuori delle normative vigenti”.