Sono trascorsi 20 anni esatti dalla più grave tragedia marittima della storia contemporanea in Africa. Il 26 settembre 2002, il Joola, un traghetto appartenente allo Stato, che faceva la spola tra Dakar e Ziguinchor, capoluogo della Casamance, è affondato al largo delle coste del Gambia. Il bilancio ufficiale fu di 1.863 morti, secondo le associazioni delle vittime, più di 2.000. Solo 64 passeggeri sono sopravvissuti
Le commemorazioni – riporta Rfi – dovrebbero iniziare questo lunedì con la deposizione di una corona di fiori e le preghiere al cimitero di Kantene. La cerimonia ufficiale si terrà poi al porto di Ziguinchor alla presenza di autorità, famiglie e parenti dei naufraghi, oltre ai sopravvissuti.
Il relitto della nave si trova ancora in fondo all’oceano. “Questa barca, se la salvassimo, potrebbe fungere da cimitero”, ritiene, ai microfoni di Rfi, Leandre Coly, uno dei sopravvissuti, che all’epoca del dramma aveva 37 anni. “Le anime sono in fondo all’oceano e ci parlano quotidianamente. Ci tendono la mano per venire a prenderle. La marea le colpisce, le massacra, perché il mare non è un cimitero. Dobbiamo farle uscire. Questo ci permetterebbe di liberarci, di poter fare il nostro lutto”, ha detto questo testimone.
Il refluire del relitto è infatti una delle principali richieste delle vittime. Molte famiglie sperano inoltre ancora nella giustizia. Le procedure avviate in Senegal e in Francia sono chiuse da diversi anni. All’epoca, il presidente della Repubblica, Abdoulaye Wade aveva garantito che tutta la verità sarebbe stata rivelata e promesso sanzioni. “Dobbiamo fare la nostra introspezione e ammettere che i vizi che sono alla radice di questo disastro trovano il loro fondamento nelle nostre abitudini di leggerezza, mancanza di serietà, responsabilità, a volte avidità”, aveva detto Wade, tuttora in politica.
Il Joola era infatti concepito per trasportare circa 580 persone. Il 26 settembre 2002 c’erano a bordo, alunni e studenti che tornavano a Dakar per l’inizio del nuovo anno scolastico e universitario, soldati, una squadra di calcio, commercianti. Già in cattive condizioni, il ferry era sovracaricato oltre i limiti. Il mare era agitato e si parla di un probabile errore di manovra del capitano. L’imbarcazione si è ribaltata attorno alle 23.00 ma l’aiuto ha impiegato 18 ore per arrivare.
A vent’anni dalla tragedia, il museo-memoriale, in costruzione a Ziguinchor, non è ancora terminato.
Foto di apertura: AFP