In Senegal, le famiglie di coloro che hanno perso la vita o sono stati ingiustamente incarcerati durante le proteste dell’opposizione negli ultimi tre anni hanno deciso di contattare l’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani per chiedere l’apertura di indagini approfondite.
Lo riferisce Rfi, ricordando che all’inizio di giugno, i circa 700 membri del “collettivo delle vittime del regime del presidente Macky Sall” hanno lanciato una petizione per chiedere alle autorità giudiziarie di emettere un mandato di arresto internazionale contro Macky Sall affinché possa rispondere dei numerosi arresti e casi di morti durante le proteste avvenute sotto il suo mandato. Hanno firmato la petizione 14.682 persone, ma da parte delle autorità non si è registrato ancora nessuna reazione.
“Non si può parlare di riconciliazione nazionale, di ricostruzione del Paese senza che sia fatta giustizia”, spiega Boubacar Seye, a capo di questo collettivo.
Per il momento, una legge di amnistia generale sui crimini commessi nel contesto delle manifestazioni tra febbraio 2021 e 2024 e adottata negli ultimi giorni di presidenza di Macky Sall, impedisce qualsiasi esame dinanzi ai tribunali senegalesi. Tuttavia, il collettivo promette di continuare la sua lotta anche davanti alla Corte penale internazionale (Cpi).