di Céline Camoin
La Mauritania e il Ciad hanno reagito all’abbandono da parte del Niger e del Burkina Faso del G5 Sahel, dal quale è già uscito il Mali, affermando la loro intenzione di proseguire gli sforzi intrapresi con tutti i Paesi del Sahel, per affrontare le sfide della regione, ringraziando i partner tecnici e finanziari per il loro costante impegno, affermano in un comunicato stampa congiunto, che saranno attuate tutte le misure necessarie, in conformità con le disposizioni della Convenzione sulla Creazione del G5 Sahel, in particolare nel suo articolo 20. Ultimo articolo della convenzione firmata il 19 dicembre 2014, l’articolo 20 indica che il G5 Sahel può essere sciolto su richiesta di almeno tre membri.
Nouakchott e N’Djamena hanno “preso atto” della decisione sovrana delle repubbliche sorelle del Burkina Faso e del Niger di ritirarsi dagli organi del G5-Sahel.
“Da più di un decennio, la nostra subregione sta affrontando una guerra asimmetrica e transfrontaliera, tanto grave quanto drammatica. In un contesto di preoccupazioni reali e di violenza prolungata, i nostri paesi fratelli e amici (Burkina Faso, Mali, Mauritania, Niger e Ciad) hanno creato, il 15 gennaio 2014, a Nouakchott, il G5 Sahel, per affrontare, in solidarietà, la duplice questione sfida di sicurezza e sviluppo che ha seriamente minacciato la stabilità della subregione. L’ambizione della nostra giovane organizzazione congiunta era strutturata attorno a un trittico strategico: rafforzare la sicurezza e la stabilità nella regione del Sahel, proteggere le popolazioni civili e promuovere lo sviluppo economico e sociale”, ricordano gli unici due Paesi rimasti attaccati al G5 Sahel.
Il comunicato ricorda la creazione della Forza congiunta responsabile della lotta contro i gruppi terroristici armati e quelli della criminalità organizzata; il programma di cooperazione transfrontaliera volto a rafforzare la cooperazione tra i Paesi del Sahel nei settori della sicurezza, della giustizia, della salute e dello sviluppo; il Centro Regionale di Formazione Antiterrorismo il cui obiettivo è addestrare le forze di sicurezza dei paesi del Sahel nella lotta al terrorismo; il Defense College, una vera scuola di guerra transnazionale, dedicata alla formazione di alti dirigenti delle forze armate.
“Dall’annuncio, nel maggio 2022, della decisione della Repubblica sorella del Mali di ritirarsi dagli organi della nostra organizzazione, non abbiamo risparmiato sforzi per superare la crisi causata da questa situazione e dare sostanza a un quadro di cooperazione. Il 1° dicembre 2023, le Repubbliche sorelle del Burkina Faso e del Niger hanno deciso di ritirare i propri Paesi da tutti gli organismi e corpi del GS Sahel, compresa la Forza Congiunta. La Repubblica Islamica della Mauritania e la Repubblica del Ciad prendono atto e rispettano la decisione sovrana delle repubbliche sorelle del Burkina Faso e del Niger”.
I governi della Repubblica islamica della Mauritania, paese che detiene l’attuale presidenza del G5-Sahel, e della Repubblica del Ciad, membro di questa organizzazione, “pur ribadendo il loro attaccamento agli ideali dell’integrazione regionale africana e agli obiettivi del G5 Sahel che, nonostante le difficoltà e le varie contingenze, sarà servito come un meccanismo rilevante e un efficace strumento di cooperazione tra le forze armate e di sicurezza della subregione, attuerà tutte le misure necessarie in conformità con le disposizioni della Convenzione sulla Creazione del G5 Sahel, in particolare nel suo articolo 20”, si legge
Il comunicato, riportato tra l’altro dal centro studi Essaharaa, è firmato dai presidenti della Mauritania e del Ciad, rispettivamente Mohamed Ould Cheikh El Ghazouani, e Mahamat Idriss Deby Itno.