di Andrea Spinelli Barrile
È sempre più critica la situazione alimentare in diverse aree critiche del continente africano, come nel Sahel o in Africa orientale, e a pochi giorni dalla riunione del G7 in Giappone il Programma alimentare mondiale (Pam) lancia un appello per un nuovo e rinnovato impegno per la sicurezza alimentare globale da parte dei Paesi più ricchi del mondo.
Lo si apprende da una nota ufficiale del Pam, in cui si denuncia che circa 345 milioni di persone stanno attualmente vivendo alti livelli di insicurezza alimentare, un aumento di quasi 200 milioni di persone dall’inizio del 2020. Di questi, 43 milioni sono a un passo dalla carestia. Tagli delle razioni di cibo per mancanza di fondi disponibili sono già stati operati dal Pam in Somalia e Ciad, ma anche in Afghanistan, Bangladesh e Palestina. Una situazione che, secondo Cindy McCain, direttrice esecutiva del Pam, rischia di aggravarsi: “L’anno scorso, la leadership del G7 ha ottenuto risultati importanti nella lotta contro la fame. Milioni di persone hanno ricevuto il sostegno necessario e paesi come la Somalia sono riusciti ad evitare il rischio carestia. Purtroppo però, la crisi alimentare globale è ancora tra noi. E situazioni come il Sudan e Haiti stanno gettando benzina sul fuoco”. I conflitti infatti rimangono uno dei principali motori della fame nel mondo. Gli eventi in Sudan sono solo l’ultimo esempio di come l’insicurezza alimentare aumenti quando ci sono in gioco le armi. Il Pam chiede ai Paesi del G7 di “lavorare per trovare soluzioni politiche alle crisi prolungate in cui il conflitto è la causa principale della fame”.
I combattimenti in Sudan hanno provocato lo sfollamento di centinaia di migliaia di persone e spinto milioni di altre alla fame: secondo le stime del Pam, tra i 2 e i 2,5 milioni di persone in più soffriranno di insicurezza alimentare acuta nei prossimi mesi come conseguenza diretta degli scontri in corso nel Paese, dove sono già in una situazione critica circa 17 milioni di persone.
Nella regione africana del Sahel, nuovi focolai di violenza in Paesi come il Burkina Faso stanno causando la fame tra le popolazioni in fuga e tra coloro le cui vite e mezzi di sussistenza sono stati sconvolti dal conflitto. Nel 2022, il Niger ha affrontato la peggiore crisi di sicurezza alimentare degli ultimi dieci anni. Alcune delle aree più colpite erano zone in cui il Pam aveva implementato dei programmi di resilienza, con la conseguenza che la stragrande maggioranza dei villaggi, l’80 per cento, situati in aree fortemente colpite, non ha avuto bisogno di assistenza umanitaria.
Per queste ragioni il Pam invita i Paesi del G7, che hanno tutti aumentato i fondi nel 2022, a continuare a finanziare l’assistenza alimentare per le centinaia di milioni di persone colpite dalla crisi alimentare globale e per quanti si sono aggiunti ed invita a garantire sostegno politico per altre azioni che aiuterebbero ad alleviare la crisi.