“Non c’è più lo spazio per costruire le case”. Questo è l’allarme lanciato dai cittadini delle aree costiere di Freetown, capitale della Sierra Leone. I residenti della zona costiera in condizioni economiche difficili non hanno altra scelta: costruire case su un terreno “recuperato” dal mare in un processo noto come “banking”. Complice il cambiamento climatico che ha innalzato il livello del mare e l’aumento della popolazione, un accumulo di rifiuti sul bordo dell’acqua stanno diventando l’unico spazio disponibile per molte persone.
La testimonianza e l’allarme dei cittadini delle zone costiere di Freetown sulla mancanza di spazio dove costruire la propria casa, sono state riportate da Africanews, il quale fa luce su una situazione che alla lunga può diventare insostenibile e nociva per la salute. Strati di pneumatici, spazzatura e sacchi di terra sul bordo dell’acqua: queste le fragili fondamenta su cui si reggono le abitazioni di fortuna che stanno diventando l’unica scelta per molti.
La Federazione dei poveri urbani e rurali (FEDURP), un’organizzazione locale, stima che circa 198.000 persone vivano nei suoi insediamenti sul mare. Metodi non solo illegali, ma anche pericolosi, a causa dei numerosi incendi o inondazioni che si verificano durante i temporali. Il cambiamento climatico sta modificando l’ambiente e a farne le spese sono i cittadini più poveri, che negli ultimi anni hanno affollato la capitale della Sierra Leone abbandonando le campagne. Questo ha reso la ricerca di un alloggio un’impresa impossibile. La popolazione di Freetown, riporta Africanews, si è inoltre moltiplicata durante la decennale guerra civile, quando la città era considerata un rifugio sicuro.
Le soluzioni non sono da trovare in città, ormai affollatissima, ma nel rendere le zone rurali più “attraenti” e vivibili, ha dichiarato il sindaco della città.