Dopo l’ebola, la febbre di Lassa. La Sierra Leone non ha pace. Un medico olandese che è stato evacuato dal Paese dell’Africa occidentale dopo aver contratto il virus è morto in ospedale. Il medico era stato rimpatriato martedì dopo essere stato infettato nella città settentrionale di Masanga, un’area che in precedenza non era nota per la presenza della febbre di Lassa.
Secondo quanto riferito, il dottore ha sviluppato i sintomi della malattia emorragica virale dopo aver operato una donna incinta. In una dichiarazione, il ministero della Salute della Sierra Leone ha dichiarato che il medico deceduto «ha sviluppato segni di febbre, mal di testa e malessere generale… ed è stato trattato per tifo, malaria e influenza, ma i sintomi persistevano». È stato quindi trasportato in aereo nei Paesi Bassi dove gli è stata diagnosticata la malattia. Il medico è morto mentre veniva curato in «stretto isolamento» in un ospedale nella città di Leida, secondo quanto riferito all’agenzia di stampa Afp, dal ministro olandese della sanità Bruno Bruins.
Un secondo medico olandese, che è stato anch’egli evacuato, è in cura per la malattia.
Descritta come la cugina di ebola, la febbre di Lassa è una malattia emorragica virale potenzialmente grave, causata dal virus Lassa. È caratterizzata inizialmente da febbre e malessere, seguiti da sintomi gastrointestinali e, nei casi gravi, da shock e insufficienza sistemica multi-organo. È endemica nella Sierra Leone orientale, ma negli ultimi cinque anni sono stati segnalati casi anche nella parte settentrionale e meridionale del Paese. È endemica anche nelle vicine Liberia, Guinea e in molti altri stati dell’Africa occidentale.