Il Partito popolare della Sierra Leone (Slpp), al governo, ha raggiunto un accordo politico con il principale partito di opposizione All people’s congress (Apc) per porre fine alla crisi post-elettorale nel Paese. Le due parti hanno hanno siglato l’intesa al termine del dialogo svoltosi nei giorni scorsi con la mediazione del Commonwealth, dell’Unione Africana e della Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (Ecowas), circa quattro mesi dopo le elezioni generali.
L’Apc aveva rifiutato i risultati del voto, che sosteneva fosse stato “truccato” per favorire il presidente eletto e il suo partito, e si era rifiutato di partecipare a qualsiasi decisione di governo. Questa situazione rischiava di paralizzare il Paese.
“È il popolo della Sierra Leone che ha vinto”, ha dichiarato nel fine settimana il segretario generale dell’Slpp Umaru Koroma in un comunicato. Perché è per loro che è stato avviato questo dialogo nazionale”, ha proseguito. Il dialogo è stato facilitato da un gruppo di mediatori, tra cui l’ex vicepresidente del Gambia Fatoumata Jallow Tambajang.
Per tre giorni, le due parti hanno esaminato una serie di ostacoli sollevati dall’opposizione, tra cui la mancanza di trasparenza nelle elezioni del 24 giugno e la parzialità della commissione elettorale. Questi punti sono alla fine assenti dall’accordo finale. Non si è parlato di nuove elezioni e non è stato detto che i risultati di tutti i seggi elettorali saranno pubblicati, come richiesto dall’opposizione.
Come osserva Radio France Internationale (Rfi), l’accordo firmato tra il Presidente Julius Maada Bio e il leader dell’opposizione Samura Kamara rischia quindi di scontentare i ranghi del partito di opposizione. Sebbene l’accordo riconosca la richiesta dell’Apc di dimissioni di tutti i commissari della commissione elettorale, non è detto che questo punto figuri tra gli annunci del presidente Bio nel suo prossimo discorso sulla coesione.
Infine, l’Slpp esorta tutti gli attori politici e i sierraleonesi ad accettare questo “accordo di unità nazionale” e a continuare a mantenere la pace. Con questo accordo nazionale, l’Apc pone fine al suo boicottaggio del Parlamento e dei consigli locali.