Sipri: dal 2009 morti almeno 1.100 soldati dell’Amisom in Somalia

di Enrico Casale
soldato etiope in somalia

soldato ua in somaliaDal 2009 a oggi sono almeno 1.100 i soldati morti nell’ambito della missione dell’Unione africana in Somalia (Amisom). Ad affermarlo è lo Stockholm International Peace Research Institute (Sipri), un autorevole centro studi che si occupa di analisi legate al mondo della difesa.

L’operazione di Amisom in Somalia è stata lanciata nel 2007, quando un contingente di 1.600 soldati ugandesi è stato dispiegato a Mogadiscio a protezione delle istituzioni locali. La forza conta attualmente più di 22mila tra soldati e poliziotti e, oltre alle truppe ugandesi, comprende anche contingenti burundesi, etiopi, gibutini, keniani e sierraleonesi.

Secondo gli analisti del Sipri questa cifra è «tutt’altro che completa». Non include, per esempio, i soldati morti nei primi due anni dell’operazione. E di questo sarebbe responsabile la stessa Amisom che non ha comunicato alcun dato relativo ai primi 24 mesi. Non solo, ma gli stessi Governi che hanno inviato proprie truppe in Somalia sono reticenti nel fornire i dati precisi dei morti nel Paese del Corno d’Africa.

Secondo l’Unione africana, poi, la stima di 1.100 caduti non terrebbe conto né delle morti a causa di malattia o incidente, né dei soldati e dei poliziotti etiopici che sono caduti tra la fine del 2011 e l’inizio del 2014 (quando l’esercito di Addis Abeba combatteva in Somalia al di fuori dell’egida dell’Unione africana), né i keniani uccisi nel corso dell’Operazione Linda Nchi, che il Paese ha organizzato unilateralmente nel 2011 e nel 2012.

Il Sipri però difende la sua ricerca. Paul Williams, professore di Affari internazionali della George Washington University, afferma che, allo stato attuale, quelli del Sipri sono «i migliori dati disponibili al pubblico su decessi di Amisom» e che altre stime non hanno alcun rigore scientifico.

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