Sissa, la donna che si fece uomo per mantenere la famiglia

di Enrico Casale
Sissa Abu Daooh

024032015172353000000Sisa-Abou-DaoohQuella di Sissa Abu Daooh è una storia antica di povertà, fatica, ma soprattutto discriminazione. La sua vicenda avrebbero potuto essere ambientata nei quartieri poveri dell’Inghilterra della prima industrializzazione. In realtà, è una storia moderna. Anzi è cronaca. Di quella cronaca dura e difficile che non è semplice affrontare (anche se con un finale positivo).

All’Inghilterra vittoriana sostituiamo l’Egitto. Ai borghi pieni di fuliggine, le misere baraccopoli di una città nordafricana. Sissa Abu Daooh è una vedova di 64 anni. Aveva 20 anni quando, proprio mentre era incinta della seconda figlia, il marito muore. Si trova così sola, con un figlio disabile e una neonata da crescere. Cercare lavoro per lei, donna e madre, è quasi impossibile in una società conservatrice e misogina come quella egiziana. Decide così di tentare la sorte: si traveste da uomo.

Indossa una lunga galabeya (la tunica tradizionale) che nasconde le sue forme, si taglia i capelli, calza sandali maschili e si mette un turbante. Da quel momento non è più donna (almeno di giorno), ma un uomo come tanti altri, che fa lavori anche pesanti. Sissa infatti non si risparmia. Fa il lustrascarpe, il muratore, l’operaio. «Ho preferito il lavoro pesante all’accattonaggio per sfamare la mia famiglia», spiega oggi.

Nessuno scopre la sua vera identità. Per quarant’anni Sissa è solo un uomo che lavora duramente per portare a casa il pane. Il suo segreto però trapela. Ma, invece che essere licenziata, i suoi datori di lavoro la segnalano come un caso esemplare alle autorità. Talmente esemplare che il presidente egiziano Abdel Fatah al-Sisi la fa chiamare, la riceve domenica 22 Marzo (giorno della Festa delle madri egiziane) e la premia con la medaglia «Madre esemplare». Alla cerimonia, riceve anche 50mila sterline egiziane (seimila euro).

Sissa ha accolto con gioia il premio, ma questo non le ha cambiato la vita. Ogni giorno continua a lavorare (sempre vestita da un uomo) in Stazione Luxor per mantenere la figlia, i nipoti e il figlio disabile.

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