Sole, mare, vodka: le spensierate vacanze dei russi sul Mar Rosso in Egitto

di claudia
russi mar rosso

di Andrea Spinelli Barrile – foto di Tim Dirven / Panos Pictures

Un milione di turisti russi sbarca ogni anno sulle spiagge di Hurghada e Sharm el-Sheikh. Voli charter e villaggi turistici sono sempre più affollati. Complice la chiusura dell’Occidente a Mosca, i russi si riversano nelle località balneari egiziane. Dove passano le loro vacanze in una bolla dorata assieme ai “nemici” ucraini

Sorseggiano drink ghiacciati, oziano sulla spiaggia, si scattano selfie sugli yacht, stanno a mollo nelle acque calde e trasparenti, fanno snorkeling tra la barriera corallina: sono i turisti russi che spopolano a Hurghada e Sharm el-Sheikh. Complice la guerra in Ucraina, che ha reso quasi impossibile visitare uno qualsiasi dei 27 Paesi dell’Unione Europea, i russi appartenenti alla classe media sono tornati in massa in Egitto, nelle località balneari più esclusive e popolari sulle coste del Mar Rosso. La politica di chiusura totale dell’Occidente nei confronti di Mosca non ha portato all’isolamento internazionale della Russia, che mantiene solidi legami con il resto del mondo, e i suoi cittadini hanno trovato altri lidi dove trascorrere le vacanze. Tra le mete preferite c’è, appunto, l’Egitto, che sta diventando letteralmente la destinazione più popolare.

Bastano poche ore di volo da Mosca o da San Pietroburgo per ritrovare il sole e il caldo. I voli charter verso il Mar Rosso sono economici e frequenti. I turisti russi hanno la possibilità di entrare nel Paese africano sia con il classico visto all’arrivo che tramite visto elettronico. E se viaggiano in gruppi di cinque o più persone, non hanno nemmeno bisogno di visto.

Un grande ritorno

Sin dagli anni Cinquanta l’Egitto è una meta popolare per i viaggiatori russi in cerca di una vacanza al mare. Le località costiere come Sharm el-Sheikh, Hurghada, Marsa Alam e la penisola del Sinai sono sempre state le destinazioni preferite, grazie alle loro spiagge di sabbia bianca, ai ricchi siti di snorkeling e immersioni e al clima mite per gran parte dell’anno. Oltre alle bellezze naturali e alle opportunità di attività acquatiche, l’Egitto offre una vasta gamma di resort, alloggi convenienti e un’ospitalità calorosa. Il costo accessibile è oggi un incentivo significativo per i turisti russi, che possono godere di vacanze di qualità senza stravolgere il proprio bilancio, colpito dalle sanzioni internazionali.

Sembrano lontanissimi i tempi della tragedia del volo Metrojet 9268, il charter della compagnia russa che serviva tra Sharm el-Sheikh e San Pietroburgo e che il 31 ottobre 2015 precipitò sulla Penisola del Sinai (in 224, tra passeggeri e membri dello staff, morirono nello schianto, provocato probabilmente da un ordigno esplosivo rivendicato dallo Stato Islamico poco meno di 20 giorni dopo). La tragedia aveva quasi completamente congelato i rapporti turistici tra Egitto e Russia: il divieto di voli diretti tra i due Paesi è durato sei anni, ma oggi sono tempi che sembrano lontani. La maggior parte dei voli charter diretti tra le città russe e le destinazioni balneari dell’Egitto sono stati ripristinati, funzionano a pieno regime. E sono sempre pieni. I rapporti russo-egiziani sono ripresi poco dopo il periodo pandemico e, con ancor più forza, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e la chiusura dell’Europa ai russi. Nel 2019, ogni mese visitavano l’Egitto tra i 30.000 e i 50.000 russi. Due anni prima, nel 2017, quelli che avevano optato per le vacanze egiziane erano stati, in tutto l’anno, appena 12.000.

I piani ambiziosi del Cairo

Oggi l’Egitto è la seconda meta al mondo per i turisti russi (la prima è la Turchia): ben un milione di loro ha visitato l’Egitto lo scorso anno e per il 2025 i piani del Cairo sono di attirarne fino a cinque milioni. «Un obiettivo realistico», riferisce l’ambasciatore egiziano a Mosca Nazih el-Nagari, «in linea con il trend di crescita confermato nel 2023», quando «nei primi sei mesi dell’anno gli arrivi dalla Russia avevano superato quota 750.000». Numeri impressionanti, per l’Egitto, che dal 2011 non è mai più tornato ai fasti dell’industria turistica dei tempi di Mubarak. Secondo il Servizio federale per la sicurezza della Federazione Russa (Fsb), tra gennaio e settembre 2023 il numero di viaggi dei russi all’estero è aumentato del 50,2% rispetto al 2022: la principale meta resta la Turchia (3,4 milioni), al terzo posto nella classifica ci sono gli Emirati Arabi Uniti (922.600). L’Egitto, in seconda posizione, è quello che sta crescendo più di tutti.

Tra il Cairo e Mosca c’è grande feeling, non solo politico e militare. Le rispettive diplomazie sembrano concertare ogni mossa, dal business alla cronaca: a giugno un cittadino russo di 23 anni è stato attaccato e ferito a morte da uno squalo tigre, che le autorità egiziane hanno proposto di “mummificare” e mettere in un museo russo. Per l’Egitto, il turismo è una macchina da soldi che non può fermarsi: dal 2021 il numero dei visitatori è aumentato di oltre il 46%, i ricavi sono cresciuti del 121%, con un incasso, per lo Stato nordafricano, di 10,7 miliardi di dollari. Obiettivo del Cairo: per il momento 15 milioni di turisti, ma con la previsione di attirarne circa 30 milioni entro il 2028. L’ambiziosa strategia intende attrarre 20 miliardi di dollari di investimenti. Le autorità stanno pianificando di aumentare la capacità alberghiera del Paese dalle attuali 215.000 camere a 500.000.

Menù in rubli e cirillico

Il ritorno di Mosca sul Mar Rosso è un’occasione ghiotta per il governo del Cairo, che ha messo in piedi un vero e proprio progetto di russificazione delle coste del Mar Rosso al fine di rendere sempre più attrattive le destinazioni egiziane ai turisti russi: addirittura, nella seconda metà del 2022 le banche centrali di Egitto e Russia hanno avviato trattative per consentire l’utilizzo del rublo nelle località marittime egiziane e, soprattutto, per rendere compatibile il sistema bancario egiziano con il circuito di pagamento russo Mir, che, nato dopo le prime sanzioni internazionali imposte alla Russia in seguito all’annessione unilaterale della Crimea, oggi a Sharm el-Sheikh compete con Visa e MasterCard. Non solo: nelle camere dei resort egiziani i televisori trasmettono canali in lingua russa; menù, segnaletica e cartelli delle attività sono regolarmente scritti anche in russo. Non solo: l’Egitto è stato il primo Paese al mondo ad avviare a tempo di record una produzione interna del vaccino anticovid russo Sputnik, 40 milioni di dosi l’anno.

Gli ucraini del lettino accanto

Ma la vera rivoluzione è poter osservare, proprio oggi, come in Egitto turisti russi e turisti ucraini riescano a convivere senza problemi. Hurghada è una delle località egiziane dove il gruppo di resort all-inclusive per cui è famosa è meta prediletta dagli ucraini come pure dei russi: tra gli staff delle strutture di Hurghada il russo è oggi praticamente una seconda lingua di lavoro. Quando scoppiò il conflitto in Ucraina, i funzionari dell’ambasciata ucraina al Cairo dissero che 11.000 connazionali si trovavano in vacanza a Sharm e altri 9.000 a Hurghada: la fuga all-inclusive dal rigido inverno dell’Europa dell’Est fu bruscamente interrotta dall’invasione russa dell’Ucraina, con l’imbarazzo di guardare in costume da bagno, in tivù, l’orrore dei missili su Kiev mentre si brinda a vodka con il vicino di sgabello di nazionalità russa. Un paradosso violento, lenito dal clima di spensieratezza e frivolezza delle vacanze.

Il governo egiziano ha chiesto agli operatori del posto di dividere i turisti russi da quelli ucraini al fine di evitare tensioni e rischiare di rovinare il business turistico, ma le attività collaterali erano e restano comuni: capita spesso di vedere barche di turisti russi e ucraini seduti vicini per fotografare i delfini o nuotare gli uni accanto agli altri durante lo snorkeling. Lontano dai carri armati e dalle città distrutte, dalle polemiche e dagli insulti reciproci, le classi medie russa e ucraina prendono il sole insieme sotto il cielo egiziano: una vera e propria bolla dorata che esplode e si rigonfia ad ogni partenza e ad ogni arrivo.

Questo articolo è uscito sul numero 1/2024 della rivista Africa. Clicca qui per acquistare una copia.

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