Le massicce inondazioni causate dalle forti piogge di mercoledì hanno provocato lo sfollamento di 107.000 persone nel distretto di Baidoa, nel sud-ovest della Somalia. Lo si apprende da un comunicato diffuso ieri dall’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha).
Secondo Ocha diverse case sarebbero oggi sommerse e tra queste vi sono diversi rifugi di fortuna che ospitano oltre 86.700 sfollati interni in 136 siti di sfollamento nella città di Baidoa. “Le piogge segnano l’inizio della stagione delle piogge da ottobre a dicembre in Somalia, che prevede precipitazioni superiori alla norma e aumento delle inondazioni a causa dell’influenza delle condizioni di El-Nino in Somalia” scrive l’Ocha. Secondo le Nazioni Unite, le forti piogge e le inondazioni sono arrivate dopo cinque stagioni di siccità, che hanno sfollato più di 1,4 milioni di somali e ucciso 3,8 milioni di bestiame dalla metà del 2021.
L’Ocha spiega che la maggior parte delle persone sfollate dalle inondazioni si è spostata su terreni più elevati, più vicini ai loro insediamenti. “L’accesso alle aree colpite rimane una sfida poiché alcune strade sono bloccate a causa delle inondazioni”. Le autorità di Baidoa hanno lanciato un appello ai partner umanitari e alla comunità internazionale affinché sostengano le necessità di emergenza, fornendo allo stesso tempo ulteriore supporto per le attività di preparazione e risposta in corso.
L’Onu stima che 1,2 milioni di persone e 1,5 milioni di ettari di terreni produttivi siano ad alto rischio a causa delle inondazioni in Somalia. Secondo l’agenzia per il cibo e la nutrizione delle Nazioni Unite (Fao) sono necessari 11,8 milioni di dollari per intensificare le misure di mitigazione, tra le quali vi è la mappatura delle aree a rischio di inondazioni.
(foto di repertorio)