di Enrico Casale
Il presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud e il suo omologo Isayas Afwerki hanno firmato ieri mattina un protocollo d’intesa tra i due Paesi. L’intesa tra Eritrea e Somalia fissa un’alleanza storica
Nel testo diffuso dai media somali si legge che i due Paesi intendono “rafforzare le relazioni diplomatiche” e quelle economiche, in modo particolare nel commercio, nello sfruttamento sostenibile delle risorse idriche, nell’agricoltura, nella pesca, nel comparto sanitario e nell’educazione. L’intesa prevede una collaborazione anche nei campi della cultura, della difesa dell’ambiente e del sostegno reciproco in caso di calamità naturali ed epidemie.
Al punto 6 si accenna anche alla collaborazione in campo militare per la “salvaguardia della pace, della stabilità e della sicurezza”. Questa collaborazione, in realtà, è già in atto da tempo. Centinaia di soldati somali sono stati inviati in Eritrea per seguire un corso di addestramento. Nel fine settimana, il presidente Hassan Sheikh Mohamud ha visitato questi reparti. Nulla è trapelato sulle notizie circolate in passato di un possibile utilizzo di questi soldati in Tigray. Alcuni mesi fa numerose famiglie somale avevano denunciato l’invio dei loro figli a combattere contro le milizie tigrine a fianco dell’esercito federale etiope e delle truppe eritree.
Negli scontri sarebbero morti alcuni soldati somali. Secondo alcuni media vicino ai tigrini, i somali non solo avrebbero combattuto (con uniformi dell’esercito etiope), ma sarebbero dietro ad alcuni massacri, come quello di Axum. Su questa presenza non ci sono notizie certe. Alcune testimonianze di disertori etiopi parlano di reparti somali che sarebbero stati impiegati nei primi mesi della guerra e sarebbero poi stati ritirati quando la notizia si è diffusa sui media somali.
L’intesa tra Eritrea e Somalia fissa un’alleanza storica tra i due Paesi, entrambi alleati all’Etiopia (fortemente impegnata nella repressione del movimento jihadista somalo al-Shabaab). Si viene così a creare un blocco tra Etiopia, Somalia ed Eritrea che, nelle intenzioni dei promotori, dovrebbe garantire stabilità, ma anche promuovere il commercio tra le tre nazioni.