La Repubblica Federale di Somalia sta intensificando i suoi sforzi per convincere la comunità internazionale a revocare l’embargo sulle armi imposto al Paese mentre si intensifica la lotta contro i militanti di al-Shabab, in quanto il governo ritiene necessario rafforzare la propria posizione contro l’insurrezione in corso. La spinta per revocare l’embargo sulle armi è guidata dal presidente Hassan Sheikh Mohamud, che ha incontrato ieri ambasciatori di vari paesi, tra cui Stati Uniti, Regno Unito e Italia, oltre a rappresentanti delle Nazioni Unite, dell’Unione Europea, e dell’Unione Africana a Villa Somalia per discutere la questione.
Durante gli incontri, il presidente Mohamud ha sottolineato l’unità del popolo e del governo somali nei loro sforzi per liberare il Paese, implorando i rappresentanti internazionali di sostenere la lotta contro i jihadisti, in particolare nella spinta a revocare l’embargo sulle armi, considerata cruciale per la lotta al terrorismo. Il Presidente ha inoltre evidenziato gli sforzi delle forze armate somale nella liberazione di varie aree nelle regioni di Middle Shabelle, Hiiraan e Galgudud, dimostrando la determinazione del governo a liberare il Paese dal terrorismo che ne ha ostacolato lo sviluppo e progresso.
Oltre agli sforzi del presidente Mohamud, anche il Primo ministro Hamza Abdi Barre ha tenuto una riunione sulla situazione della sicurezza nel Paese, sottolineando l’impegno del governo a ottenere la revoca dell’embargo sulle armi e proponendo l’istituzione di una commissione a due livelli composta da un comitato di attuazione e da un comitato tecnico. I comitati lavoreranno sugli obiettivi pianificati dal governo somalo per garantire la completa revoca dell’embargo sulle armi, con un obiettivo di attuazione entro un anno.
Il Primo ministro ha dichiarato che il governo è impegnato a eliminare definitivamente il movimento di al-Shabab e che il tempo sta per scadere per i militanti con l’offensiva militare che si prepara ad aprire più fronti.
L’embargo sulle armi alla Somalia è in vigore da quasi tre decenni, imposto per la prima volta dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nel 1992. Inizialmente era stato messo in atto in risposta alla guerra civile e al crollo del governo in Somalia, che ha portato a violenze diffuse e crisi umanitarie. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha poi rinnovato più volte l’embargo, l’ultima nel novembre 2022.
L’embargo sulle armi alla Somalia ha lo scopo di prevenire la proliferazione di armi illegali e di materiale correlato nel Paese e di ridurre il rischio di violenza e conflitto. Vieta la vendita, il trasferimento o la fornitura di armi e attrezzature militari alla Somalia, tranne in determinate circostanze in cui il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha autorizzato tali trasferimenti.
Negli ultimi anni, ci sono stati vari appelli per revocare o modificare l’embargo sulle armi alla Somalia, in particolare da parte del governo somalo e di altri Paesi, come Stati Uniti e Unione Europea, i quali sostengono che il blocco ostacola gli sforzi per combattere il terrorismo. Tuttavia, gli oppositori della revoca dell’embargo – come Regno Unito o la stessa Unione Africana – sostengono che la fragile situazione della sicurezza del Paese e il rischio che le armi cadano nelle mani di gruppi terroristici rendono la revoca dell’embargo una proposta rischiosa.