Somalia, il presidente promette di lavorare per la riconciliazione

di claudia
Hassan Sheikh Mohamud

“Riconciliazione” è stata la parola d’ordine lanciata dal presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud nel corso della cerimonia di insediamento che si è tenuta ieri a Mogadiscio, la capitale del Paese. Il capo dello Stato, che era già stato al potere dal 2012 al 2017, ha dichiarato solennemente che intende lavorare per riappacificare i gruppi politici divisi, così come intende migliorare le relazioni con le nazioni confinanti.

Mohamud ha affermato che il suo Paese rimarrà neutrale in campo internazionale, ma manterrà buone relazioni con tutte le nazioni che rispetteranno la sua sovranità e cercheranno di affrontare problemi comuni come al-Shabaab e la povertà.

“L’evento a cui stiamo assistendo oggi (l’insediamento, ndr) è un esempio di democrazia”, ha detto, sottolineando che, tranne quando il Paese è stato, per 21 anni, sotto il governo militare (1969-1991), i somali hanno sempre stato pro-democrazia. Mohamud ha indicato che la riconciliazione e la convivenza pacifica sono una priorità per il suo governo, rivolgendosi a un incontro che includeva i suoi predecessori Sheikh Sharif Ahmed e Mohamed Abdullahi Mohamed Farmaajo. “Per ottenere una vera riconciliazione, affronteremo qualunque cosa”, ha affermato, aggiungendo che saranno anche rilanciati i colloqui con la regione separatista del Somaliland (che ha dichiarato la propria indipendenza nel 1991 anche se non ha mai ricevuto il riconoscimento internazionale).

”Lavoreremo per completare la revisione e l’attuazione della costituzione provvisoria che diventerà uno strumento di dialogo”, ha affermato il nuovo presidente, aggiungendo che la democratizzazione consiste nel restituire il potere al popolo consentendo ai cittadini di eleggere ed essere eletti.

Mohamud ha poi fatto accenno alla siccità in corso che sta avendo “effetti devastanti” anche sulla Somalia che soffre gravemente dei cambiamenti climatici. “Non possiamo continuare a sopravvivere per mesi a fornire acqua alle persone colpite dalla siccità, per poi salvare le persone colpite dalle inondazioni”, ha detto il presidente.

Il presidente eredita un Paese nel quale i rapporti tra governo federali e governi nazionali rimangono difficili, la corruzione è endemica e i militanti di al-Shabaab hanno ancora un controllo forte sul territorio (hanno addirittura sparato colpi di mortaio sulla cerimonia di insediamento). Ha promesso di lavorare giorno e notte per guidare istituzioni statali responsabili che mirano allo sviluppo, compresi programmi validi per collaborare con le istituzioni finanziarie internazionali, anche sulla questione della cancellazione del debito.

All’evento, uno dopo l’altro, i leader di Kenya, Etiopia e Gibuti, i tre paesi confinanti con la Somalia, hanno promesso di continuare a sostenere la stabilizzazione della Somalia.

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