Lì avevano dati per finiti. Si pensava che ormai avessero perso ogni presa sulla popolazione. Invece i miliziani somali di al Shabaab stanno dimostrando non solo di essere ancora attivi, ma di avere i mezzi per riconquistare il territorio perduto e di minacciare le autorità di Mogadiscio. È bastato che l’Etiopia ritirasse parte delle sue truppe che al Shabaab tornasse all’offensiva. In pochi giorni ha riconquistato nove cittadine e si è ripresa il controllo di una vasta area al confine con l’Etiopia.
La svolta si è avuta quando Addis Abeba ha annunciato di voler far rientrare in patria una parte consistente del proprio contingente in Somalia. Ufficialmente il Governo di Haile Mariam Desalegn ha giustificato il provvedimento con la necessità di risparmiare fondi di bilancio. In realtà, si pensa che l’Esecutivo abbia voluto rinforzare gli apparati delle forze dell’ordine per contenere le manifestazioni antigovernative dell’etnia oromo.
Il colonnello Joseph Kibet, portavoce di Amisom, la missione dell’Unione africana in Somalia, ha dichiarato al sito www.theeastafrican.co.ke che il ritiro etiope sta lasciando un grande vuoto e che di questo vuoto ne sta approfittando al Shabaab, la milizia jihadista legata ad al Qaeda. «I miliziani – ha affermato l’ufficiale – si sono ripresi città strategiche e ora Amisom rischia di perdere ulteriore terreno se non riconquisterà a breve questi centri».
Negli ultimi cinque anni, cioè da quando fu cacciata dalla capitale Mogadiscio, al Shabaab aveva progressivamente perso terreno nelle principali regioni pur rimanendo forte nella maggior parte delle zone rurali della Somalia centrale e meridionale. Ora invece minaccia di rinforzarsi anche nelle aree confinanti con l’Etiopia e di estendere la sua influenza anche in Ogaden, la regione somala sotto il controllo di Addis Abeba.