La diplomazia britannica non declassificherà il dossier sugli autori dell’omicidio di attivisti pro-Somalia durante una manifestazione a LasAnod quest’anno. La decisione è stata presa in risposta a una richiesta di informazioni da parte di Declassified Uk, sito di giornalismo investigativo fondato nel 2019 da Matt Kennard e Mark Curti. LasAnod, che ospita circa un quarto di milione di persone, è un centro rivendicato sia dal governo federale della Somalia sia dal Somaliland. La Gran Bretagna non riconosce ufficialmente il Somaliland come Stato indipendente, ma ha finanziato, secondo quanto riporta il sito Hiiraan, le sue forze di sicurezza, inclusa un’unità sospettata di aver compiuto il massacro. Il Foreign Office ha affermato la scorsa settimana che la pubblicazione dei documenti sull’incidente “potrebbe potenzialmente danneggiare le relazioni tra il Regno Unito e il Somaliland” e persino mettere a repentaglio la sicurezza nazionale.
Una ventina di persone sono morte a causa delle sparatorie nel 2022, secondo un medico municipale intervistato da Reuters. Gli omicidi hanno scatenato mesi di guerra aperta, in cui il clan locale Dhulbahante – che è favorevole all’unione con la Somalia – ha preso le armi nel tentativo di fermare l’esercito del Somaliland che controllava la città. Nei nuovi combattimenti, sono morti 148 civili, secondo una ricerca condotta dall’ente di beneficenza Action on Armed Violence.
Il direttore esecutivo di Declassified Uk, Iain Overton, ha detto che la censura del ministero degli Esteri è “profondamente preoccupante” e ha affermato che i diplomatici britannici stanno nascondendo “informazioni vitali sulla violenza contro i manifestanti civili a LasAnod”. Overton ha aggiunto: “Il rifiuto di impegnarsi mina la trasparenza che è essenziale per la fiducia del pubblico. Poiché le vittime continuano ad aumentare, è fondamentale che tutte le parti diano priorità alla protezione dei civili e lavorino per una soluzione pacifica”.
Amnesty International ha dichiarato che più di 600 persone sono rimaste ferite nei recenti combattimenti, secondo un nuovo rapporto pubblicato la scorsa settimana. Oltre 200.000 persone sono fuggite. Il gruppo per i diritti umani ha affermato che il diritto umanitario internazionale è stato violato, dichiarando: “Le forze di sicurezza del Somaliland hanno bombardato indiscriminatamente la città, danneggiando ospedali, scuole e moschee” sparando da basi militari fuori città. Amnesty ha aggiunto: “Tra i civili uccisi c’erano donne, bambini, anziani con problemi di salute e operatori sanitari. Sono stati per lo più uccisi durante attacchi indiscriminati che hanno coinvolto razzi, mortai e altre armi esplosive con effetti su vasta area, che non dovrebbero mai essere usate in aree popolate”.