Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha votato per mantenere l’embargo sulle armi alla Somalia. La risoluzione Onu, che esprime anche preoccupazione per la continua presenza dello Stato islamico nel Corno d’Africa, è stata approvata da undici Paesi che hanno votato per il mantenimento dell’embargo, erano però assenti i rappresentanti di Russia, Cina, Gabon e Ghana.
L’embargo è, da sempre, fortemente osteggiato dal governo somalo, secondo il quale al-Shabaab è un gruppo terroristico legato ad al-Qaeda che continua a minacciare gravemente la pace e la stabilità della regione. La posizione dell’esecutivo di Mogadiscio ha sempre ricevuto il sostegno dell’Unione africana. L’ambasciatore della Somalia alle Nazioni Unite, Abukar Osman, ha espresso il suo disappunto per gli ostacoli posti all’acquisto di armi, e ha elogiato i quattro Paesi che non hanno sostenuto il provvedimento. Il diplomatico ha avvertito che l’embargo sulle armi, che è il più lungo delle Nazioni Unite, sta ostacolando la ricostruzione delle forze armate della Somalia e gli sforzi per combattere al-Shabaab. “Queste sanzioni ci legano le mani nel momento più difficile della nostra guerra contro un nemico spietato”, ha detto Abukar Osman.
L’ambasciatore ha affermato che le vittime del “terrorismo” in Somalia si chiedono perché “la revoca dell’embargo sulle armi alla Somalia sia una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale, mentre altri paesi si stanno armando per difendere la loro terra e la loro gente”. “Questa ingiustizia e ipocrisia impedisce al governo della Somalia di ottenere legalmente attrezzature militari per ricostruire le sue forze nazionali”, ha detto il diplomatico al Consiglio di sicurezza.
La risoluzione mantiene l’embargo approvato sulle armi, che proibisce la vendita o il trasferimento di componenti chiave degli esplosivi usati da al-Shabaab, vieta l’importazione e l’esportazione di carbone e congela i viaggi e i beni delle persone che rappresentano una minaccia per la pace perché associate ad al-Shabaab.