Somalia, Mo Farah ha corso la sua ultima maratona

di claudia
Mo Farah

Mo Farah, maratoneta britannico di origine somala, ha concluso la sua carriera con un nono posto nella gara maschile della maratona di Londra. Farah, che corre la maratona dal 2018, ha avuto una carriera illustre, inclusa la vittoria della prima edizione della London Big Half Marathon e, lo stesso anno, ha stabilito un nuovo record europeo alla Chicago Marathon.

Il quattro volte medaglia d’oro olimpica ha completato il percorso in 2h 10′ 28″, non raggiungendo il suo record personale di 2h 05′ 11″. Farah ha ricevuto un sostegno entusiasta dalla folla mentre lottava per inseguire i leader della corsa. Dopo aver tagliato il traguardo, ha detto ai giornalisti: “Il supporto della folla è stato fantastico. Ho dato il massimo. È piuttosto emozionante”.

La gara è stata vinta da Kelvin Kiptum, 23 anni, in 2h 01′ 25″. L’incredibile prestazione di Kiptum ha battuto il record del percorso della Maratona di Londra, ed è sceso a soli 16 secondi dal record mondiale del connazionale Eliud Kipchoge. La gara femminile è stata vinta dal l’atleta olandese di origine etiope Sifan Hassan. 

Dietro la patina dei successi sportivi c’è però una storia che nessuno conosceva e che ha colpito l’opinione pubblica quando è stata diffusa mesi fa. Per decenni Farah ha raccontato di essere arrivato dalla Somalia da bambino per ricongiungersi ai suoi familiari, che già vivevano nel Regno Unito. In realtà, Mo Farah, è arrivato in Gran Bretagna illegalmente dopo la morte di suo padre, ucciso durante la decennale guerra civile somala. Neanche il nome è vero. Non si chiama Mo Farah, ma Hussein Abdi Karim. Quando è arrivato nell’isola aveva solo 9 anni ed è stato venduto a una famiglia somala che lo ha tenuto come schiavo per alcuni anni. Costretto a lavorare in uno stato simile alla schiavitù, il ragazzo è poi riuscito a confidarsi con gli insegnanti. A salvarlo è stato l’intervennero dei servizi sociali che lo hanno assegnato a una nuova famiglia

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